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Manca il personale e i bar sono costretti a chiudere: ''Chi viene ai colloqui chiede di non lavorare la sera, il sabato e la domenica''. ''E gli stipendi non c'entrano''

Difficile trovare un settore che non sta soffrendo per la carenza di personale. Sonia Galvagni e Agostino Colazzo sono titolari di due locali: al bar-gelateria al Ponte sono stati costretti ad aprire solo il pomeriggio mentre al bar Ronchi di Mattarello all'esterno c'è il cartello con scritto: "Chiuso per mancanza di personale''. Pertelana: ''Problemi di stipendi? No, non è così. Siamo preoccupati e stiamo cercando di capire cosa sta succedendo''

Di Giuseppe Fin - 09 giugno 2022 - 06:01

TRENTO. “Quei pochi che vengono ai colloqui ci chiedono se possono rimanere a casa il sabato e la domenica e di non lavorare alla sera. Non sappiamo cosa stia accadendo, siamo costretti a chiudere”. E' la testimonianza di Sonia Galvagni e Agostino Colazzo titolari di due locali di Trento, la gelateria - bar al Ponte e il bar Ronchi di Mattarello. Proprio in queste settimane sono stati costretti a chiudere uno dei due e ridurre l'apertura nell'altro perché non hanno personale a sufficienza per riuscire ad andare avanti.

 

Gli episodi si stanno moltiplicando e si è davanti ad un vero e proprio cortocircuito nel mondo del lavoro che ogni giorno che passa peggiora. Ci sono attività economiche costrette ad abbassare le serrande perché non trovano personale. In campo l'Agenzia del lavoro sta mettendo numerosi sforzi anche ampliando le proprie liste con persone che provengono da fuori provincia. Ma nulla, per il momento, sembra risolvere la carenza di manodopera che sta stritolando interi settori.

 

All'esterno del bar Ronchi di Mattarello è visibile il cartello con la scritta : “Chiuso per mancanza di personale. Ci stiamo organizzando per riaprire al più presto”. A Trento, invece, alla gelateria - bar al Ponte si è deciso solo per l'apertura pomeridiana a partire dalle 14.

 

“In dodici anni che gestiamo questo bar – ci spiega Sonia Galvagni – è il primo anno che ci troviamo a dover chiudere, a dover affrontare una situazione del genere. Lo scorso anno ci eravamo rivolti all'agenzia del lavoro e si era trovata una soluzione. Ora, però è davvero peggio. E non siamo solo noi perché nella nostra stessa situazione ci sono anche tante altre attività”.

 

Manca personale qualificato, chi ha un minimo di esperienza da poter mettere dietro al bancone del locale. “Appena mettiamo fuori il cartello arriva qualche richiesta – ci spiegano i due titolari – ma non possiamo far gestire un locale solamente da persone che non hanno esperienza, è difficile. L'ideale per noi sarebbe avere due persone qualificate dietro al bancone e poi gli altri con meno esperienza fuori”.

 

E la stessa situazione drammatica riguarda anche il locale di Mattarello, il bar Ronchi sempre gestito da Sonia Galvagni e Agostino Colazzo. “Abbiamo dovuto chiuderlo perché non riusciamo ad organizzare i turni. Manca il personale ed è impossibile” ci spiega Sonia. “Lo avevamo preso in gestione prima del Covid, nessuno poteva pensare di ritrovarsi con una pandemia ed ora senza dipendenti. Se tornassi indietro forse non lo prenderei più”.

 

Il problema non è solo lo stipendio. Le criticità si devono cercare anche in altri aspetti. “Non so quali siano i motivi ma il reddito di cittadinanza potrebbe esserne uno purtroppo” continua Sonia Galvagni. “Ma poi abbiamo anche quei pochi giovani che vengono ai colloqui che ci chiedono di non lavorare in orario serale oppure di essere liberi il sabato e la domenica. Per un locale non è possibile una cosa del genere. La pandemia ci ha cambiato”.

 

Preoccupati della situazione anche le associazioni di categoria che in queste settimane stanno ricevendo diverse segnalazioni di attività in difficoltà che a certi livelli sono costretti ai chiudere i battenti. “E' una situazione iniziata con gli stagionali ma in poco tempo si è riversata su tutti i settori indipendentemente dal turismo”. Spiega Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti.

 

“Oggi ci troviamo con una mancanza del ricambio generazionale di certe categorie. Il figlio – spiega Peterlana - non vuole più fare il lavoro del padre. E' una cosa complessa che stiamo analizzando per trovare le cause e risolvere il problema”.

 

E a chi parla di stipendi troppo bassi per chi lavora nei locali Peterlana risponde: “Se poteva valere come prima ipotesi che ci fosse un problema di denaro ora non può più essere così. Il problema della mancanza di lavoratori riguarda tutti i settori. E' cambiato il mondo e stiamo cercando di capire cosa sia successo”.

 

 

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