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“Sui rifiuti siamo in emergenza, la politica trentina deve dirlo: senza una soluzione unitaria è inevitabile l'aumento delle tariffe"
AmAmbiente, dice la presidente dell'ente gestore per la raccolta rifiuti nell'Alta Valsugana, ha un 'polmone' di circa 5 giorni: "Questo vuol dire che se per qualunque motivo, se per esempio una gara provinciale per il conferimento dei rifiuti dovesse andare a vuoto e le consegne alla discarica di Ischia Podetti o ai Lavini di Marco dovessero arrestarsi, potremo continuare a raccogliere il rifiuto secco residuo sul territorio per 5 giorni prima di interrompere il servizio"

PERGINE VALSUGANA. “Siamo in emergenza: la politica trentina deve dirlo con chiarezza ai cittadini spiegando come, in attesa del progetto e poi dell'eventuale costruzioni di un impianto di smaltimento per i rifiuti sul territorio, se non si dovesse trovare una soluzione unitaria a basso costo sarà inevitabile un aumento delle tariffe, per assicurarsi la possibilità di continuare ad esportare i rifiuti stessi fuori dal Trentino”. Il tutto, spiegano a il Dolomiti i vertici di AmAmbiente, l'ente gestore della raccolta rifiuti nell'Alta Valsugana, mentre la programmazione di Adep (l'Agenzia per la depurazione della Provincia autonoma di Trento) per il conferimento di secco residuo ed ingombranti prosegue ormai a ritmo settimanale, indicando di venerdì in venerdì dove i gestori dovranno portare i rifiuti il lunedì successivo.
“Abbiamo un 'polmone' di circa 5 giorni – dice la presidente di AmAmbiente Manuela Seraglio Forti – questo vuol dire che se per qualunque motivo, se per esempio una gara provinciale per il conferimento dei rifiuti dovesse andare a vuoto e le consegne alla discarica di Ischia Podetti o ai Lavini di Marco dovessero arrestarsi, potremo continuare a raccogliere il rifiuto secco residuo sul territorio per 5 giorni prima di dover dire ai cittadini che il servizio deve essere interrotto”. L'alternativa per i gestori, dicono i vertici di AmAmbiente, sarebbe di impegnarsi 'singolarmente', stipulando dei contratti con altri attori, perdendo però in questo modo la massa critica garantita da un'azione unitaria e sottostando a condizioni di mercato che, nel giro di pochi mesi, potrebbero portare i prezzi a livelli esorbitanti. “In ogni caso – continua Forti – si tratta di un extrema ratio che testimonierebbe il fallimento del sistema provinciale nell'organizzare una gestione unitaria dei rifiuti in Trentino. Un territorio, tra l'altro, virtuoso ed autonomo”.
Il Dolomiti nelle ultime settimane aveva discusso di questa problematica oltre che con i vertici di AmAmbiente (Qui Articolo) anche con il dirigente generale di Dolomiti Ambiente (la società di Dolomiti Energia che si occupa della gestione dei rifiuti a Trento e Rovereto) Andrea Miorandi, che aveva riportato una situazione simile, mettendo l'accento proprio sull'importanza di una programmazione a lungo termine per scongiurare possibili situazioni di crisi (Qui Articolo). “La Provincia – sottolinea ancora Forti – deve assicurare dei contratti per poter smaltire il secco residuo in maniera continua, con quantità e durata adeguate a garantire un flusso regolare”. Per fare questo però, continuano da AmAmbiente, servono fondi: “Proprio per questo il rischio di aumenti per quanto riguarda le tariffe è molto forte. A meno che le autorità non riescano a firmare dei contratti per lo smaltimento delle circa 60mila tonnellate di rifiuti che ogni anno dobbiamo esportare fuori dal Trentino al prezzo attuale (si parla di 225 euro a tonnellata), i rincari saranno inevitabili”.
A Bolzano, dove un impianto per lo smaltimento dei rifiuti esiste ed è in funzione dal 2013 (Qui Articolo), il prezzo è meno della metà, 100 euro a tonnellata. “E' chiaro che la sfida per il futuro – dice Forti – è di individuare la tecnologia e la location corretta per la realizzazione di un impianto e la chiusura del ciclo dei rifiuti. Ma la decisione va presa in fretta e con coraggio: oggi siamo già in ritardo”. Proprio quest'estate, dopo l'incendio di ingombranti che ha interessato la discarica di Ischia Podetti, l'assessore provinciale all'Ambiente Mario Tonina aveva spiegato come entro l'anno una decisione su un impianto per lo smaltimento dei rifiuti sarebbe stata presa anche in Trentino (Qui Articolo), ma come spiegano i vertici di AmAmbiente: “Anche se il via libera arrivasse domani, ci vorrebbero degli anni prima dell'entrata in servizio della struttura. Intanto dobbiamo pensare a una strategia per il medio termine”.
Nel dettaglio, il territorio di riferimento di AmAmbiente, l'Alta Valsugana, conta un bacino di utenza di circa 70mila persone, che ogni anno producono e conferiscono nei 7 Crm (Centri di raccolta materiale) dislocati nell'area una quantità di rifiuti pari a circa 20mila tonnellate. Di queste, circa 4.500 sono di rifiuto secco, e contribuiscono a formare il totale di 60mila tonnellate che, a livello provinciale, il Trentino deve esportare ogni anno. “Sia Ischia Podetti che i Lavini – dice Forti – ormai sono esaurite e sono in sostanza stazioni di trasferimento: i rifiuti vengono 'parcheggiati' temporaneamente lì in attesa di uscire dal territorio provinciale ed essere trattati negli impianti di destinazione”. Il Crm di Pergine Valsugana in particolare, dove il Dolomiti ha avuto modo di discutere di queste problematiche insieme alla presidente di Dolomiti Ambiente, al direttore Roberto Bortolotti e alla responsabile Mara Oss Bals, è il centro di riferimento per il territorio, servendo direttamente un bacino di circa 20mila utenti.
“Siamo stati premiati – dice Bortolotti – come miglior gestore in Italia per i territori con meno di 100mila abitanti e la raccolta differenziata da noi è all'85%. Ma nonostante una percentuale così alta sono moltissimi i materiali che alla fine devono essere mandati a termovalorizzazione”. Per quanto riguarda gli imballaggi leggeri per esempio, solo il 30% di quanto viene raccolto può essere fisicamente riutilizzato, il resto deve essere smaltito. “La scommessa – continua Bortolotti – è riuscire a ridurre il residuo, che è la vera criticità insieme allo smaltimento degli ingombranti”. Per le altre macro-categorie di rifiuti infatti, sul territorio sono già in funzione gli impianti necessari allo smaltimento o alla trasformazione. “L'umido – dice il direttore di AmAmbiente – viene trasformato in compost a Cadino, grazie ad un particolare progetto di digestione anaerobica. Per quanto riguarda la carta ed il cartone esiste la piattaforma di Conai a Lavis, un centro di transizione che poi invia i materiali a recupero nelle cartiere, mentre per quanto riguarda il vetro abbiamo stipulato accordi con varie vetrerie per la depurazione ed il riciclo”.