
Interviene per sedare una lite e viene accoltellato al [...]

Coronavirus e impianti chiusi, l'Avs chiede di permettere [...]

Coronavirus, compie 92 anni ma le visite non sono [...]

Il governo impugna la legge Tonina sulle concessioni [...]

Coronavirus, numeri preoccupanti in Alto Adige: 566 nuovi [...]

Coniugi scomparsi, il cellulare del figlio spento per 30 [...]

Maxitamponamento sulla Valsugana: 11 mezzi coinvolti e 3 [...]

Gelicidio sulla Valsugana, una decina i mezzi coinvolti [...]

Gelicidio sulla Valsugana, raffica di tamponamenti e auto [...]

Coronavirus, ''La seconda fase è stata molto peggio [...]
La movida si sposta verso il Castello del Buonconsiglio. Riapre l'H-demia e resiste la 'storica' Scaletta
Ieri sera un migliaio di giovani hanno invaso le vie che collegano i due locali. L'H-demia ha riaperto in via dei Ventuno, a fiaco di Port'Aquila

TRENTO. Riapre l'Accademia, storico bar chiuso per sfinimento, chiuso per soffocamento. Riapre a fianco di Port'Aquila, e Trento ritrova solo quello che si era cercato di nascondere sotto il tappeto: il fatto che migliaia di giovani e studenti vogliono starsene in giro fino a tarda notte a bere, ridere, chiacchierare, fumare, in una parola semplicemente socializzare, tranquillamente, come in ogni altra città.
L'Accademia ha riaperto, e non lontano dall'ultima sincera roccaforte rimasta a difesa di chi ama le notti sporche e spensierate: la cara vecchia Scaletta. Così finalmente passeggiando per le vie che uniscono i due bar si ha avuto la sensazione di stare in una zona dove la movida potesse prendere una forma compiuta.
Tra la nuova Accademia e la vecchia Scaletta c'era un'ininterrotta, movimentata calca dove era difficile passeggiare ma divertente sostare. La “situazione” continuava poi un po' meno caotica ma comunque viva verso San Pietro inglobando pure l'Ancora e altri locali lungo le vie Santa Maria Maddalena e Carducci.
Non erano decine, né centinaia, ma migliaia le persone che si sono ritrovate ieri spontaneamente in questa zona della città che, piano piano, irradiandosi dal fulcro ideale rappresentato dal “santuario” della Scaletta, sembra stia finalmente prendendo un'accettabile fisionomia e compattezza per diventare quell'agognata “zona di locali”, che da sempre manca alla città.
Un posto dove uno può passare l'intera serata non relegato ad una singola posizione ma passeggiando, sostando, variando locale, sempre circondato dalla piacevole sensazione di essere in mezzo a molta gente, tutta con la medesima volontà: svagarsi.
La battaglia per il “pubblico decoro” da parte di una certa sfinita borghesia cittadina è persa in principio perché, come la serata di ieri testimonia, la voglia di fare un po' di casino è fisiologica e per reprimerla ormai, vista la presenza di una popolazione universitaria demograficamente imponente, l'unica possibilità è accettarla e far sì che si strutturi in una maniera decentemente compiuta e decorosa.
Il fatto che la tendenza sia quella di concentrarsi in una zona abbastanza definita del centro, una zona che sinceramente appare un po' più abbandonata e meno curata del resto, è solo una nota positiva per tutti perché la ravviverà e non infastidirà troppo le notti sognanti o paranoiche dei più decorosi palazzi cittadini.
