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Via Madruzzo, le luminarie cadono. Gli esercenti "situazione inguardabile", Matteo Boato "Un peccato mortale"
L'opera è stata realizzata alla fine del 2013 e il costo è stato di circa 15 mila euro. Oggi alcune luminarie sono spente altre invece dopo essere cadute sono state legate con del nastro nero

TRENTO. Inizialmente era un suggestivo percorso luminoso fatto apposta per accompagnare i turisti da piazza Fiera giù lungo via Madruzzo, fino ad arrivare al Muse. Luminarie d'autore realizzate dall'artista Matteo Boato e dal “lighting designer” Mariano Detassis che raffiguravano degli animali. Elefanti, giraffe, mammut e tanti altri che illuminati conducevano i visitatori al museo realizzato da Renzo Piano.
Il costo dell'opera, pensata alla fine del 2013, si è aggirato sui 15 mila euro. Le luminarie dovevano durare solo per alcuni mesi ed invece nessuno più le ha tolte. Oggi, a causa presumibilmente del caldo e del vento, sono diventate un pericolo per chi decide di passeggiare su via Madruzzo.
“Abbiamo chiamato anche i vigili urbani – ci spiegano alcune attività commerciali della via – perché i fili che si illuminavano e che circondavano le forme degli animali per dargli luce sono caduti e penzolando nel vuoto rappresentano un pericolo per chi ci cammina accanto. Vengono a dirci che via Madruzzo è una via importante della città ma da mesi lasciano questa situazione inguardabile”.
Una luminaria è stata completamente tolta, altre rimangono ancora a penzoloni nel vuoto e alcune sono spente. In alcuni casi sono state legate con del nastro nero attorno ai piloni della luce. La luminaria che si trova vicino al Tribunale dei minori è stata addirittura legata al recinto della struttura.

“E' un peccato mortale vederli così, non è bello per nessuno” è il commento dell'artista Matteo Boato che assieme a Martiano Detassis ha proposto l'opera alla fine del 2013.
“Avevamo pensato – ci racconta – di sostituire le classiche luminarie, con lo stesso importo di spesa, con altre diverse ed originali che avessero una valenza artistica. Con questa idea abbiamo contatto il Muse e poi il Comune”.
In poco tempo è arrivato l'ok e l'opera è stata realizzata. “Il tempo di permanenza di questa installazione – spiega ancora Boato – doveva essere il periodo invernale, magari qualche mese in più ma non 4 anni. Oggi non è bello vedere l'opera in quello stato e forse basterebbe sistemare le fascette che tenevano legati i fili luminosi. Io però non ne ho l'autorizzazione”.