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Pecore date in pasto all'orso per avere il risarcimento della Provincia
Per il Movimento 5 Stelle sarebbero gli stessi pastori ad abbandonare i loro capi nelle fauci dell'orso. L'assessore Dallapiccola:"Una cretinata bella e buona"

TRENTO. “Siamo proprio sicuri che le pecore morte in Bondone siano vittime dell'orso?”. Questo il titolo di un'interrogazione di Filippo Degasperi del Movimento 5 Stelle, rivolta al presidente Ugo Rossi, che lancerebbe dubbi e sospetti sul comportamento dei pastori. Un'interrogazione che l'assessore Michele Dallapiccola non esita a definire “una vera fesseria” e che anche Luca Giuliani, pastore proprio sul Monte Bondone, respinge al mittente con la stessa energia.
Ma andiamo con ordine. “Pare – scrive il consigliere cinque stelle nella sua interrogazione - che sia consuetudine da parte di qualche allevatore di ovini abbandonare proprio sui pascoli del Monte Bondone pecore morte o agonizzanti”. “Più di una fonte – prosegue Degasperi nel comunicato stampa al quale allega l'interrogazione - ci comunica infatti che questo sarebbe il risultato della sgradevole pratica di lasciar i capi agonizzanti vagare soli fino a che morte non sopraggiunga. Se queste segnalazioni trovassero riscontro ci sarebbero numerosi aspetti da valutare (...). È infatti pacifico che se i plantigradi trovano cibo in abbondanza e facilmente accessibile restano poi nei paraggi. E a quel punto sarebbe del tutto fuorviante accusare l'orso della predazione degli ovini medesimi. Laddove a venir prelevati dall'orso fossero praticamente solo gli animali moribondi abbandonati sui pascoli – aggiunge Degasperi – si aprirebbe inoltre un capitolo piuttosto spinoso sul tema dei risarcimenti eventualmente richiesti”.
“Una cretinata bella e buona – dichiara a il Dolomiti l'assessore provinciale all'agricoltura e alle foreste Dallapiccola – e ve lo posso assicurare per esperienza diretta. Io per i primi 20 anni della mia vita ho fatto anche l'allevatore di pecore. E in quanto tale mi sento offeso dalle dichiarazioni di Degasperi. Probabilmente nemmeno sa che una pecora non è un cane. Anche se gli dici vai nel bosco e provi ad allontanarla questa non si allontanerà mai da sola e anche se provi ad abbandonarla quella finirà sempre per seguirti, pur se anziana o malata. Sono animali da gregge”.
In Trentino sono ormai poco più di una ventina i pastori che operano sul territorio per un totale di circa 25 mila capi allevati in transumanza e 5.000 stanziali. In Bondone le pecore sono sulle 2.000 unità ed uno dei pastori della zona è Luca Giuliani. “Mi chiedo come si possa dire questa cosa – racconta il pastore – nessuno di noi sacrificherebbe una sua pecora all'orso. Anche perché, se vogliamo parlare di soldi, ottenere un risarcimento non è facile come si crede. A noi l'orso ci ha tolto in totale una quindicina di pecore e ad oggi la Provincia ha dato il via libera al risarcimento solo per 5. E non stiamo parlando di cifre milionarie. Siamo tra i 100 e i 160 euro a capo, a seconda delle caratteristiche che presenta. Inoltre può tranquillamente capitare che l'orso la pecora malata o anziana nemmeno se la fili. Ogni esemplare ha i suoi gusti. Scelgono e agiscono tutti con comportamenti differenti. Poi per carità qualche pecora può darsi resti isolata, ma perché nella fuga si disperde. L'orso quando attacca non si getta nel gregge. Si avvicina e lo spaventa. Sono le pecore poi a scappare fuori dai recinti, dividendosi ma cercando allo stesso tempo di restare sempre in piccoli gruppi. Poi nella corsa in pianura e in salita l'orso è molto più veloce e se le raggiunge è fatta. Le pecore si salvano solo se scappano in discesa. Comunque – conclude Giuliani - sicuramente nessun pastore usa l'orso per remunerarsi. Anzi. Tra recinti, cani e altro è costretto a spendere molti soldi ed energie. L'orso per noi è solo una spesa e una preoccupazione”.