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Un sostegno alla Scuola Montessoriana in una mozione di Bezzi e Bottamedi. "Una realtà da potenziare"
Alcune sperimentazioni esistono già a Trento, Rovereto e Pergine. "Si tratta di sostenere la loro crescita, un metodo diffuso nel mondo e anche in tante altre regioni italiane"

TRENTO. Quella delle scuole montessoriane è una realtà che esiste. “A Trento, a Rovereto, a Pergine – assicura la consigliera Manuela Bottamedi – sperimentazioni che stanno dando ottimi risultati. Percorsi avviati da tempo che sarebbe giusto ampliare e far diventare parte integrante della proposta scolastica della nostra Provincia”.
La consigliera, che assieme al suo collega Giacomo Bezzi ha tenuto oggi una conferenza stampa proprio su questo tema, ha annunciato che a breve sarà depositata all'attenzione del Consiglio provinciale una mozione per potenziare il modello montessoriano, per garantire una presenza di questo metodo su tutto il territorio, impegnando la Provincia anche nella formazione degli insegnanti.
“Questa richiesta arriva dal basso – assicura la consigliera – e noi e noi ci mettiamo a disposizione delle tante famiglie e degli insignenti che sollecitano maggior attenzione su questo versante. Quello della pluralità di insegnamento, della possibilità di scegliere per i propri figli un orientamento educativo come quello fondato da Maria Montessori”.
Un modello, una 'filosofia' pedagogica riconosciuta in tutto il mondo. Perché c'è da sapere che le scuole montessoriano ci sono ovunque, in tutti i continenti. Scuole rinomate, affermate e considerate ancora all'avanguardia a livello pedagogico”.
“Anzi – afferma Bottamedi, ricordando che la sua professione è quella di insegnante – proprio in questo momento storico, in cui le nuove generazioni sono iper-sollecitate dalle informazioni e allo stesso tempo iper-fragili a causa di questa incredibile esposizione, l'approccio montessoriano che promuove l'intelligenza emotiva e lo spirito critico è ritenuto molto utile per affrontare la situazione”.
Anche il rendimento cognitivo degli alunni è ormai un dato acquisito: “La risposta ai test Invalsi restituisce una capacità notevole, a significare che le scelte pedagogiche di questo orientamento sono valide, capaci di dare un apprendimento completo”.
Sezioni montessoriane sono la norma nel mondo ma anche in Europa. “Anche in altre realtà italiane la diffusione è significativa – spiega Bottamedi. La Provincia di Bolzano è più avanti di quella di Trento, così tante altre regioni”.
Ugo rossi, per i due esponenti della minoranza, “dovrebbe fare di più. Dopo le sperimentazioni tutto si è fermato”. Questa mozione servirà per riprendere il cammino, “perché la Provincia non deve fermarsi davanti a ciò che di buono ha fatto. Noi chiediamo che attraverso un percorso graduale e condiviso la realtà montessoriana possa arricchirsi, aumentare, rispondendo così all'esigenza di famiglie e insegnanti”.
Insegnanti che, secondo i due firmatari della mozione, dovrebbero essere formati dall'Ente pubblico, “da Iprase per l'insegnamento 6-14 anni e dal Servizio Formazione Infanzia per la fascia di età 0-6 anni”.
Bottamedi insiste nel percorso condiviso e graduale. “Sappiamo che le sezioni non si formano dall'oggi al domani. Ma proponiamo di utilizzare strumenti già esistenti per affrontare il tema, come il Tavolo già esistente che coinvolga anche gli insegnanti, le associazioni che sostengono questo metodo, i genitori”.
Un modello, quello montessoriano, che non è in contrapposizione con quello ordinario, “è invece complementare”, assicura Bottamedi. “Io da insegnante – ammette – sarei contenta di avere la sezione a fianco alla mia che segue il metodo montessoriano, sarebbe un arricchimento”.
Giacomo Bezzi interviene per tracciare la road-map che secondo lui porterà alla trattazione dell'argomento: “In aprile depositiamo la mozione – spiega il consigliere – ma non dimenticheremo di portarne i contenuti anche in sede di bilancio per fare in modo che la scuola montessoriana sia considerata anche nella previsione finanziaria dei prossimi anni”.