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''Non serve andare più in alto, più forte, più veloce: il vero valore è nelle persone'', Tamara Lunger al Trento Film Festival
L’alpinista altoatesina ha dialogato con il blogger Pietro Lacasella di fronte a trecento persone interessate a conoscere di più sulla sua nuova vita, oltre l’alpinismo estremo e fuori dalla ricerca della prestazione

TRENTO. "Non siamo solo prestazione, scialpinismo e ottomila. Siamo soprattutto persone umane e vorrei che ognuno sapesse che il suo vero valore è nella persona e non nella sua performance”. Tamara Lunger racchiude in queste parole l’evento che l’ha vista protagonista assieme al blogger Pietro Lacasella al Trento Film Festival.
Nella sala gremita del Le Gallerie di Piedicastello la famosa alpinista ha rievocato il lungo viaggio che nell’estate del 2020 l’ha portata per 82 giorni alla scoperta dell’Italia. Un viaggio multisport tra arrampicata, bici, corsa e parapendio durante il quale ha scalato la montagna più alta di ogni regione. Un Tamara tour Italia che è nato come conseguenza della pandemia.
Durante il primo lockdown, infatti, la Lunger era solita condividere con i suoi followers di Instagram due allenamenti settimanali. “È nata una bella community - spiega Tamara - e quando siamo tornati liberi non volevo perdere quel legame che si è creato”. Da qui l’idea di partire con il furgone e girare le vette del Bel Paese dove “spesso incontravo persone che mi dicevano che si erano allenate assieme a me, e per me era una grandissima soddisfazione”.
Tanti gli aneddoti e gli incontri speciali come quello dei tre anziani sulla panchina di Capricchia, frazione di Amatrice devastata dal terremoto, che volevano farla desistere dal salire il Monte Gorzano. O le arrampicate fatte assieme ad Andrea Lanfri che nonostante l’amputazione di entrambe le gambe e diverse dita delle mani continua a scalare. O, ancora, la rudezza del “Bianco”, il titolare del rifugio sulla via del Pizzo Zupò o la discesa dal Monte Coglians in Friuli in compagnia di Anita e della luna piena.
Tanti incontri che hanno portato quest’esperienza ad assumere un significato che va oltre l’aspetto sportivo. “L’amore che mi ha dato tutta l’Italia alla fine lo porterò con me e mi ha cambiato. Sono molto felice di aver avuto il coraggio di fare un viaggio così normale perché non bisogna sempre solo fare le grandi cose andando più in alto, più veloce ecc. L’aspetto umano per me è diventato sempre più importante”.