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Al Centro Disturbi Cognitivi arrivano otto bambole per la doll therapy: serviranno anche per ridurre il carico farmacologico dei pazienti
Grazie alla collaborazione con l’associazione di volontariato di riferimento dei pazienti affetti da Alzheimer sono nati due progetti: il punto ascolto all’interno del Centro disturbi cognitivi e la donazione di otto bambolotti per la doll therapy

TRENTO. Non delle semplici bambole ma una vera e propria terapia per trattare i sintomi psicologici e comportamentali. Sono otto le bambole terapeutiche donate dall’Associazione Alzheimer Trento al Centro per i disturbi cognitivi,
Il Centro dell’Apss si occupa della prevenzione, diagnosi e trattamento delle diverse forme di demenza. Rappresenta il riferimento specialistico extraospedaliero per la cura dei disturbi cognitivi in connessione con gli altri attori della rete dei servizi territoriali sanitari e sociali per le demenze e per gli anziani, comprese le associazioni di volontariato.
Ed è proprio dalla collaborazione con l’associazione di volontariato di riferimento dei pazienti affetti da Alzheimer che sono nati due progetti: il punto ascolto all’interno del Centro disturbi cognitivi e la donazione di otto bambolotti per la doll therapy.

La doll therapy non consiste semplicemente nell’affidare una bambola speciale alle persone con demenza ma prevede un percorso preciso e codificato guidato da operatori esperti, in grado di gestire le varie fasi della terapia. L’obiettivo è quello di ridurre il carico farmacologico che spesso viene utilizzato in questi casi. I vari elementi della bambola, il materiale con cui è fatta, così come il peso, le dimensioni, la posizione delle braccia e delle gambe, i tratti del viso, lo sguardo sono costruiti in modo da aiutare l’interazione con la persona con demenza e attraverso questa viene intercettata la zona dell’affettività e dell’emotività che è ancora intatta. Anche i caregiver possono essere formati e addestrati per utilizzare in modo appropriato questa bambola terapeutica.
“Grazie al protocollo sottoscritto lavoreremo ognuno nel proprio ambito di competenza, accomunati da un unico obiettivo quello del benessere del malato e del suo caregiver, per dare una risposta complessiva alla patologia che è non solo medica ma che riguarda anche la relazione. Come Associazione vogliamo ringraziare calorosamente tutti gli attori che hanno contribuito all’avvio di un percorso nuovo e sperimentale, un progetto visto con molto interesse anche dal Tavolo provinciale demenze” ha spiegato Renzo Dori, presidente dell’Associazione Alzheimer Trento.