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Dai colpi di tosse alla scoperta di un enorme tumore: Mia è stata salvata. ''Adesso ha davanti un futuro più sereno e certamente meno doloroso”
La cagnolina di 13 anni aveva una fastidiosa tosse notturna. Prima la Clinica Tre Santi e poi la Città di Bolzano l'hanno intercettata in tempo scoprendo un timoma. Piaia: ''Portava ad una dislocazione di alcuni vasi sanguigni, della trachea e di alcuni campi polmonari. A questo va aggiunta una compressione della parte sinistra del cuore''

BOLZANO. Aveva un tumore grande come due palline da tennis. Agli esami era risultato essere un timoma che origina dalle cellule epiteliali del timo, organo che regola il sistema immunitario. E tutto è stato scoperto perché la notte Mia aveva una fastidiosa tosse che ha insospettito i suoi padroni tanto da portarla dal veterinario e da lì è cominciato l'iter che ha portato a salvarla.
A 13 anni e mezzo Mia è stata coraggiosissima. Come detto tutto è partito da una fastidiosa tosse notturna che si è trasformata presto in un qualcosa di più delicato seguito con sensibilità dalla clinica veterinaria Città di Bolzano che ha ricevuto il caso su indicazione della clinica Tre Santi del capoluogo altoatesino, del dottor Cristian Sanin.
“Loro hanno fatto la diagnosi iniziale su cui noi poi abbiamo lavorato” racconta il dottore veterinario Tomaso Piaia che si è occupato con il team delle cure. “Mia è un Australian Sheperd di 13 anni che abbiamo subito sottoposto ad una tomografia computerizzata total body con mezzo di contrasto iodato non ionico per avere una valutazione più complessiva”.
L’esito non è stato dei migliori. “Abbiamo subito individuato una voluminosa neoformazione intra-toracica con margini ben definiti di dimensioni 10x13x17 centimetri. Davvero molto grande. Gli esami successivi ci hanno confermato che si trattava di un timoma, un tumore che origina dalle cellule epiteliali del timo: organo che regola il sistema immunitario”.
Una massa capace di incidere su tutta la zona. “Già, nello specifico portava ad una dislocazione di alcuni vasi sanguigni, della trachea e di alcuni campi polmonari. A questo va aggiunta una compressione della parte sinistra del cuore”. A quel punto, dunque, non c’è stata altra strada della rimozione chirurgica. “Sì, è stata l’unica soluzione da attuare con una certa urgenza - conclude Piaia -. L’operazione è stata delicata viste le dimensioni della massa ma, alla fine, è perfettamente riuscita con Mia che, adesso, ha davanti un futuro più sereno e certamente meno doloroso”.