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Orsi, M62 nel mirino della Pat: ''Nella notte ha predato delle galline e rotto le finestre di una casa abitata''
Il plantigrado già l'anno scorso era seguito dalla Pat con radiocollare e definito come ''problematico''. Già informato l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

CAMPODENNO. Torna l'estate e tornano ad essere attenzionati gli orsi del Trentino da parte della Provincia. Uno su tutti era già nel mirino, lo scorso anno, dell'amministrazione Fugatti: M62. E nella scorsa notte proprio lui avrebbe predato delle galline a Lover ''e - spiegano dalla Provincia - ha tentato di entrare, rompendo due finestre, in un locale adibito a dispensa al piano terra di una casa abitata a maso Testoni, nel Comune di Campodenno''.
''Il proprietario - spiega la Pat - si è accorto questa mattina dei danni e ha avvisato il sindaco di Campodenno, manifestando la propria preoccupazione''.
La Provincia autonoma di Trento, che da tempo attraverso il Corpo forestale sta monitorando l’orso, già radiocollarato, segue con attenzione l’evolversi della situazione e ha informato subito l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Come previsto dalla norma provinciale sulla gestione dei grandi carnivori, al fine di mantenere costante l’informazione per eventuali provvedimenti da assumere per la gestione dell’animale, come già avvenuto lo scorso anno, nelle zone a ridosso delle abitazioni in cui si muove in questi giorni.
In una nota dello scorso anno la Provincia spiegava che l'orso frequenta la zona dell'Altipiano della Paganella, della val di Non e della val di Sole. Si tratterebbe del maschio M62 - fratello di M57 responsabile dell'aggressione la scorsa estate ad Andalo.
Il plantigrado viene spiegato “ha più volte visitato i centri abitati in cerca di cibo, anche di giorno e stazionando anche a lungo in prossimità di persone, senza manifestare timore nemmeno in occasione delle azioni di dissuasione nei suoi confronti portate a termine dai forestali”.
Anche il caso di una persona seguita a lungo da un plantigrado a metà maggio sul confine tra Mezzolombardo e Fai può essere con ogni probabilità imputato allo stesso esemplare.
“Questi elementi – spiega la provincia - consentono di definire il plantigrado 'problematico' a tutti gli effetti, con profili di pericolosità per l'uomo, viste le analogie con il caso di M57. Su questo è stato avviato da tempo un confronto ed un aggiornamento costante anche con Ispra. Si ricorda che la rimozione rimane l'opzione indicata dal Pacobace per i casi come quello in questione, per garantire la sicurezza delle persone, qualora tutte le azioni per modificarne il comportamento non sortiscano l'effetto desiderato”