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Tenta di strangolare la moglie con una corda, il 40enne rimane in silenzio davanti al giudice: convalidato l'arresto in carcere
Nei giorni scorsi l'arresto, l'uomo si era presentato sul posto di lavoro della moglie ed aveva tentato di strangolarla. Poi la fuga e fermato dai carabinieri è stato trovato in possesso di un grosso coltello ma anche acido e benzina

TRENTO. Nessuna dichiarazione. Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 40enne arrestato nei giorni scorsi dopo aver tentato di strangolare la moglie con una corda. (QUI L'ARTICOLO)
Ieri era previsto l'interrogatorio di garanzia davanti al gip ma l'uomo ha scelto il silenzio.
LA VICENDA
La situazione era monitorata dalle forze dell'ordine viste le continue minacce del 40enne nei confronti della moglie, riferitele direttamente ma anche tramite conoscenti comuni. L’Autorità Giudiziaria di Trento aveva emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento alla persona offesa, misura che i Carabinieri, però, non hanno fatto in tempo a notificare che, lo stesso giorno della sua emissione, l’uomo, ha raggiunto la moglie sul luogo di lavoro, ha atteso fosse sola ed ha tentato di strangolarla con una corda.
Le urla della donna hanno attirato altre persone e così l’uomo, allentata la presa solo pochi istanti prima fosse troppo tardi, si è dato alla fuga. I Carabinieri sono in poco tempo riusciti a rintracciarlo ed a sottoporlo a perquisizione trovandolo ancora in possesso della corda con la quale aveva tentato di strangolare la moglie e di uno zaino con all’interno un grosso coltello da cucina, una bottiglia di acido muriatico ed una di benzina, un paio di manette ed uno spray antiaggressione.
Alla luce di un fatto così grave, non appena avuta la notizia, la Procura della Repubblica ha immediatamente ritenuto che il divieto di avvicinamento non fosse più una misura idonea a salvaguardare la donna, ed ha richiesto al Gip di aggravarla con la custodia cautelare in carcere.
Nel frattempo proseguono le indagini per verificare una serie di altre circostanze relative alle settimane precedenti ai fatti, e per capire se ci siano altre persone a conoscenza di elementi importanti, che non hanno ancora ritenuto di riferirle all’Autorità Giudiziaria. Per la donna, assistita e difesa dall’avvocato Nicola Zilio, da oggi è la fine di un incubo, almeno per il momento.
IL GIUDICE
A seguito dell'interrogatorio di garanzia il giudice, convalidato l'arresto, ha ritenuto necessaria la misura cautelare della custodia cautelare in carcere essendo insufficiente ogni misura di tipo diverso alla miglior tutela della donna.