









Viene trasmessa da muco e saliva, ha un'incubazione di circa 2-5 giorni, colpisce soprattutto tra i 2 e gli 8 anni. Tra i primi sintomi anche il vomito e il mal di pancia, c'è poi la febbre, il mal di gola e esantema rosso

TRENTO. Non solo casi di influenza oppure di virus sinciziale. Anche in Trentino, come nel resto d'Italia, sono numerose le famiglie che devono fare i conti con i propri figli piccoli colpita da scarlattina.
A confermarlo a il Dolomiti è la pediatra Lorena Filippi che sottolinea come i casi di scarlattina sul nostro territorio siano numerosi anche se, per fortuna, non gravi. “Nel periodo post Covid abbiamo visto un aumento del virus sinciziale, delle influenze e delle altre forme virali. Ora abbiamo una forte diffusione dello Streptococco che causa la scarlattina”.
E' bene chiarire subito che i genitori non devono allarmarsi, ma è di fondamentale importanza, anche per la contagiosità della malattia, individuarla, fare il tampone in caso di sintomi sospetti e, se positivo, iniziare la terapia antibiotica per evitare complicazioni.
La scarlattina è una malattia per la quale vige l'obbligo di segnalazione. Viene trasmessa da muco e saliva, ha un'incubazione di 2-5 giorni, colpisce soprattutto tra i 2 e gli 8 anni.
“Come pediatri – spiega Filippi – abbiamo la possibilità di fare dei tamponi rapidi che ci permettono immediatamente di avere la conferma della malattia e avviare la terapia. I numeri che abbiamo in questo momento sono elevati ma non ci sono situazioni gravi”.
Per quanto riguarda i sintomi i primi possono essere anche vomito e mal di pancia. C'è poi la febbre, il mal di gola e la lingua si ricopre dapprima di una patina bianca e poi, desquamandosi, diventa di colore rosso vivo con papille ipertrofiche così da ricordare la superficie di una fragola (lingua “a fragola”). Entro 12-48 ore compare il tipico esantema rosso scarlatto che inizia all’inguine, alle ascelle e al collo, per poi generalizzarsi a tronco, braccia e gambe e, nell’arco di 24 ore, a tutto il corpo.
“Ai primi sintomi – conclude la pediatra Filippi – è bene che i genitori consultino il proprio pediatra. E' importante avviare subito la terapia”.