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Nidi d'infanzia, la protesta in piazza delle educatrici delle cooperative: "Stesso lavoro ma diversi stipendi rispetto alle laureate. Manca un riconoscimento dal 2019"

L'assemblea, convocata nella sede Cgil, si è spostata in piazza Dante visto il grandissimo afflusso di lavoratrici. Fp Cgil e Fisascat: "Ad oggi nessuna delle cooperative che in Trentino gestiscono il servizio nido inquadra correttamente i propri dipendenti: solo nel 2022 è stato assegnato alle sole laureate il livello D2, mentre tutte le altre sono inquadrate come educatrici senza titolo"

Di Francesca Cristoforetti - 26 January 2023 - 11:58

TRENTO. "Stesso lavoro ma diversi stipendi", "stiamo aspettando dal 2019". Sono questi gli slogan portati in piazza da centinaia di educatrici dei nidi d'infanzia delle cooperative. L'assemblea, convocata nella mattinata di oggi (26 gennaio) nella sede Cgil, si è spostata in piazza Dante visto il grandissimo afflusso di lavoratrici.

 

"Le educatrici senza titolo devono avere lo stesso trattamento delle laureate", dichiarano i rappresentati sindacali Roberta Piersanti della Fp Cgil ed Ermanno Ferrari della Fisascat Cisl. Nonostante nel 2019 il contratto nazionale delle cooperative sociali abbia stabilito il livello D2 (impiegato) per l'educatore con titolo, "in Trentino si procede con assoluta disparità di trattamento tra nuove assunte, educatori con titolo per soli laureati e senza titolo per tutti gli altri".

 

Il freddo non ha frenato le moltissime  in piazza per rivendicare i propri diritti. "C'è un differenziale retributivo significativo - dichiarano i sindacalisti - tra gli operatori delle cooperative sociali e i dipendenti dei nidi pubblici delle scuole dell'infanzia, ma quelle retribuzioni non sono state regalate, sono state guadagnate attraverso l'attività sindacale. Dobbiamo riuscire a dare valore a educatrici, coordinatrici, personale non educativo e cuoche, e dire che sono fondamentali anche quelle dipendenti dalle cooperative sociali".

 

"A seguito del nostro sistematico intervento - aggiungono - tutti i nuovi appalti del servizio nido calcolano il costo della manodopera sulla base del corretto inquadramento". Nonostante legge, contratto collettivo e capitolati di appalto siano allineati, "ad oggi nessuna delle cooperative che in Trentino gestiscono il servizio nido inquadra correttamente tutti i propri dipendenti: solo nel 2022, con due anni e mezzo di ritardo, è stato assegnato alle sole laureate il livello D2, mentre tutte le altre in possesso di titoli diversi dalla laurea, ad oggi sono inquadrate come educatrici senza titolo". 

 

Molte infatti delle coordinatrici interne "vengono 'classificate' come semplici educatrici e al personale non educativo nella maggior parte dei casi viene attribuito il livello dell'addetta alle pulizie, come se mai avesse contatti con i bambini - proseguono Piersanti e Ferrari -. Questo si traduce in risparmi di spesa a danno delle lavoratrici, sulle quali le cooperative da anni scaricano una dichiarata insostenibilità degli appalti, salvo poi lamentare l'incapacità di reclutare personale nuovo".

 

Ai molti applausi si sono aggiunte le testimonianze di molte lavatrici del settore. "Ci si chiede perché le cooperative-datrici di lavoro ritengano legittimo non corrispondere il dovuto alle lavoratrici anziché chiedere alle stazioni appaltanti le risorse dovute, magari anche per il tramite della Federazione, che in questi anni è stata silenziosa spettatrice di questa palese violazione dei loro diritti", sottolineano Fp Cgil e Fisascat.

 

Ultimo punto, ma non di minore importanza, è il problema dei part time, "in molti casi involontari - concludono - e spesso non rispondenti all'orario effettivamente svolto, con tutte le conseguenze negative che questo comporta soprattutto in occasione dei cambi appalto".

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