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Prima licenzia e poi sfrutta in azienda il figlio disabile, denunciato un imprenditore
I controlli effettuati dalla Polizia locale delle Giudicarie hanno scoperto lo sfruttamento. Il padre, titolare dell’azienda, avrebbe sfruttato l’opera lavorativa del figlio invalido per diversi anni, anche dopo averlo licenziato

TIONE. La polizia locale delle Giudicarie ha denunciato un imprenditore che operava nella Busa di Tione per i reati di circonvenzione di incapace, maltrattamenti in famiglia, nonché violazioni alle normative riguardanti il versamento di contributi previdenziali.
Il personale della polizia locale, durante la propria attività, aveva incontrato un soggetto a disabilità riconosciuta superiore al 75%. Nell'approfondire alcune vicende di altra natura, le forze dell'ordine sono venute a conoscenza dall'uomo che aveva lavorato per tanti anni nell’azienda di famiglia, ma che a sua insaputa fosse stato licenziato, proseguendo la prestazione d’opera per quasi dieci anni dopo l’avvenuto licenziamento.
Il padre, titolare dell’azienda, avrebbe sfruttato l’opera lavorativa del figlio invalido per diversi anni, approfittando della sua condizione di disabilità psichica, senza che quest’ultimo fosse regolarmente assunto e senza che fosse a conoscenza dell’avvenuto licenziamento.
Da un successivo controllo degli archivi Inps, svolte della polizia locale, non è risultato versato alcun contributo previdenziale per il lungo periodo segnalato, ed effettivamente risultavano versati i contributi per il periodo precedente.
Al fine di confermare il sospetto che il disabile fosse comunque regolarmente impiegato in azienda sono stati sentiti i lavoratori che erano occupati in azienda nel periodo interessato. Dalle testimonianze è emerso che il soggetto è stato sempre presente in azienda, impiegato in mansioni di bassa manovalanza, con orari e compiti pari, se non peggiori, agli altri colleghi.
Dalle verifiche fatte e grazie anche ai testimoni, è emersa a carico dell’impresario la volontà, nel corso degli anni, di sfruttare il figlio disabile al fine perseguire gli interessi aziendali, sfruttando sia le sue scarse conoscenze dovute all’invalidità sia il rapporto di sudditanza del figlio nei confronti del padre.
I risultati dei controlli sono stati consegnati alla Procura della Repubblica, anche all’Inps ed al Servizio Lavoro della Provincia per l’applicazione delle relative sanzioni.