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Un sorriso, capelli al vento, la pubblicità ''Solo donna''. Trento, 8 marzo 1979: storia di una fotografia targata Nereo Pederzolli
Il nostro Nereo con questa foto ha voluto rendere omaggio alla Giornata internazionale delle donne ricordando il successo di questo scatto realizzato all'epoca per l'Alto Adige: ''Sullo sfondo un po' di neve e in primo piano l'energia di una ragazza che manifestava per avere quei diritti e riconoscimenti che oggi molto credono scontati, acquisiti da sempre e invece sono il frutto di decenni di impegno, lotta, manifestazioni e non bisogna farseli scappare''

TRENTO. Un sorriso pieno di speranza, i capelli che danno il senso del movimento, una stretta di mano centrata nell'immagine quasi ad afferrare il braccio del fotografo e sullo sfondo la pubblicità ''Solo Donna'' che si trasforma in una sorta di didascalia alla foto. Lo scatto, firmato Nereo Pederzolli, storico giornalista trentino, per decenni alla Rai e, da quando è nato, firma imprescindibile de il Dolomiti, vuole essere il suo (e di conseguenza anche il nostro) personale omaggio a tutte le donne per questo Giornata internazionale delle donne.
Una foto datata 1979, in bianco e nero, che ha avuto un grande successo negli anni, pubblicata, in quei giorni, sull'Alto Adige ''e poi andata anche sui nazionali - racconta Nereo -. L'ho scattata con una Nikon F2 Grandangolo durante una delle tante, bellissime manifestazioni dell'epoca. Era l'8 marzo ed eravamo davanti a quello che oggi è il cinema Modena, in piazza Venezia. Sullo sfondo un po' di neve e in primo piano l'energia di una ragazza che manifestava per avere quei diritti e riconoscimenti che oggi molto credono scontati, acquisiti da sempre e invece sono il frutto di decenni di impegno, lotta, manifestazioni''.
Pederzolli ricorda quella Trento piena di passione e come il 1979 sia stato ''uno degli ultimi anni di grande fervore politico e culturale. Ciò che mi è rimasto - prosegue - delle piazze e delle strade di allora è la gioiosità delle lotte intergenerazionali e interclassiste che animavano le città. Allora il senso di appartenenza coinvolgeva gruppi che ora appaiono separati: donne, studenti, operaie e operai univano le forze per acquisire nuovi diritti”.
Tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta, tra i gruppi politicamente impegnati nel panorama trentino sono attivi anche numerosi collettivi femministi, come riportato dalla mappatura dei gruppi femministi del progetto FemMe (Femminismo e memorie). Da allora il substrato sociale è cambiato molto: secondo Pederzolli oggi si vive nell’illusione che l’acquisizione dei diritti sia sufficiente per garantire la loro applicazione, quando invece la storia racconta che non è mai tempo di smettere di lottare.
“Per quanto riguarda le questioni di genere, il patriarcato è talmente interiorizzato in ognuno e ognuna di noi che nessuna realtà lavorativa e non solo può dirsi esonerata dal problema. Nella nostra società, la questione del maschilismo è un fatto endemico che richiede una forte spinta critica individuale”. Non potendo più contare sulla vivacità politica degli anni Settanta, è responsabilità di ognuno di noi portare avanti ogni giorno la propria battaglia.