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Una serata con la vita di San Francesco, la scuola musicale delle Giudicarie mette in scena “Sorella musica”

Nella ricorrenza dell’ottavo centenario di fondazione dell’Ordine Francescano e nell’ambito del prestigioso Festival regionale di Musica Sacra di Trento e Bolzano, la Scuola Musicale delle Giudicarie presenta lo spettacolo “Sorella musica – la sensibilità Francescana per il creato”

Foto di O. Lojo
Pubblicato il - 30 maggio 2023 - 12:50

TIONE. Il teatro musicale didattico arriva a Tione. Nella ricorrenza dell’ottavo centenario di fondazione dell’Ordine Francescano e nell’ambito del prestigioso Festival regionale di Musica Sacra di Trento e Bolzano, la Scuola Musicale delle Giudicarie presenta lo spettacolo “Sorella musica – la sensibilità Francescana per il creato” con la partecipazione di allievi e docenti, sotto la direzione del maestro Alessandro Arnoldo.

 

L'appuntamento è previsto per le 20.30 di oggi, martedì 30 maggio, all'Auditorium Guetti di Tione con gli arrangiamenti e orchestrazioni di Antonio Maria Fracchetti; audio e luci di Giorgio Perini; coreografie di Vanessa Corradi e drammaturgia e regia di Gabriella Ferrari.

 

Ispirandosi agli episodi della vita di San Francesco, nell’arco temporale che va dalla conversione alla morte del Santo, gli allievi della Scuola musicale delle Giudicarie portano in scena uno spettacolo dove protagonisti sono i bambini di Assisi.

 

Partendo dalla poetica di San Francesco, attingendo agli scritti, a partire dal Cantico delle creature e dalle Laude e rintracciando il medesimo spirito nei repertori colti e popolari fino ad alcune canzoni della musica pop (trascritte da Antonio Maria Fracchetti), “Sorella musica” è l’esito di un insieme di attività, approfondimenti e riflessioni svolte nelle classi di coro, formazione musicale e nei laboratori, con l’intento di sviluppare una sensibilità relativa alla musica come “sorella” nella vita, parente stretta, presenza costante da scegliere con intelletto e da ascoltare con orecchio sempre stupito.

 

I piccoli assisani, bambini abituati a vivere più per strada che a casa, figli di contadini che a fatica riescono a provvedere alle loro necessità, sono affascinati dalla figura del giovane e generoso Francesco prima della conversione e colpiti, in seguito, dalla sua rinuncia alla ricchezza.

 

I loro tentativi di incontrarlo sono però resi vani sia dalla folla che circonda Francesco quando predica nelle piazze, che dai lunghi momenti di ritiro del Santo nei boschi e nelle campagne circostanti.

 

I bambini non si perdono comunque d’animo e lo seguono “da lontano” cogliendo per la città e nei suoi dintorni i primi racconti dei miracoli del Poverello di Assisi e facendosi loro stessi interpreti degli episodi della sua vita, inscenandoli seduta stante, nel fanciullesco e intramontabile gioco del “facciamo che io ero,” restituendoci con spontaneità il messaggio di Francesco di amore e gratitudine per il creato nella risonanza di un Cantico che ha ottocento anni, ma non li dimostra.

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