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Caro energia e carburanti, l'allarme delle Acli Terra: ''Rincari insostenibili e molti giovani preferiscono chiudere che evitare di erodere il patrimonio''
Il presidente di Acli Terra, Matteo Trentinaglia: "Il settore agricolo a differenza degli altri comparti non può mai fermarsi: servono provvedimenti immediati. Necessario anche rivedere il Piano di sviluppo rurale, situazione caratterizzata da un'economia di guerra che richiede un cambio delle regole"

TRENTO. Aumenti anche di più del 400% del gas e del 300% dell’elettricità. Prezzi raddoppiati per il gasolio agricolo, aumenti dal 150 al 180% per le sementi e i fertilizzanti, molti dei quali provenienti proprio dalle regioni della Russia e dell’Ucraina. E' una situazione complicata anche per le imprese impegnate nel settore agricolo. A lanciare l'allarme le Acli Terra: "I rincari - commenta il presidente Matteo Trentinaglia - sono diventati insostenibili e obbligheranno molte delle nostre aziende alla chiusura se non ci saranno immediati provvedimenti e sostegni diretti".
I settori produttivi sono in difficoltà a causa del caro energia e del carburante alle stelle rischia di travolgere i settori produttivi. E' un momento particolarmente delicato per l'economia. "Chiediamo a tutti, cittadini e amministratori, di comprendere che il settore agricolo -spiega il presidente di Acli Terra del Trentino - a differenza degli altri comparti, non può mai fermarsi. Pensiamo a una stalla, dove le razioni alimentari sono ovviamente quotidiane, oppure pensiamo agli altri settori dove le sementi, i fertilizzanti e le altre materie prime sono necessarie per consentire i raccolti e quindi i bilanci delle imprese. Non è pertanto pensabile sospendere nessuna attività agricola a meno che non si decida di chiudere per sempre".
E' quello che accade in alcune aziende, in particolar modo quelle giovanili con accesso alle misure di primo insediamento, dove alcuni imprenditori hanno deciso per la chiusura al fine di evitare di entrare nella spirale in cui i costi di produzione finiscono per erodere completamente il patrimonio. Per questi motivi il settore agricolo chiede misure di sostegno immediate e dirette alle imprese per poter superare questo momento di assoluta difficoltà che non ha precedenti nella storia degli ultimi decenni.
Le Acli Terra chiedono inoltre una revisione del Piano di sviluppo rurale che dovrebbe entrare in vigore con la nuova programmazione a partire dal prossimo anno. "In una situazione caratterizzata sempre più da una 'economia di guerra' non ha senso proseguire sulla base delle previsioni fissate fino a 12 mesi fa. La situazione e le previsioni sono completamente cambiate anche per il settore agricolo. Una revisione del nuovo Psr consentirebbe di fissare altre priorità quali la tenuta stessa delle nostre imprese agricole in una prospettiva di regionalizzazione e di valorizzazione delle produzioni locali e nazionali", conclude Trentinaglia.