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Caro prezzi, Coldiretti: “Situazione critica per le stalle: 1 su 10 rischia di chiudere. In montagna aziende costrette ad abbattere gli animali”
Barbacovi: “E' necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione per salvare aziende e stalle”. In Italia a causa dell'aumento dei costi quasi una stalla su dieci (9%) si trova in una situazione così critica da portare alla chiusura, dice la Coldiretti

TRENTO. “Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento ed il degrado”. Sono queste le parole con le quali il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi commenta la situazione critica nella quale, secondo l'analisi dell'associazione, si trovano in questa fase gli allevatori italiani, in particolare quelli che lavorano in quota, mentre l'incertezza sull'accordo tra Russia e Ucraina per il passaggio delle navi sul Mar Nero ha contribuito a spingere nuovamente in alto i prezzi dei cereali ad ottobre, con effetti a valanga anche su latte e carne.
“I prezzi dei cereali ad ottobre – scrive infatti la Coldiretti – sono aumentati a livello mondiale dell'11% rispetto allo scorso anno e del 3% rispetto al mese precedente. Ad aumentare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – precisa però la sezione trentina – sono anche i prodotti dell'allevamento come la carne (+5,7%) e quelli lattiero caseari (+15,3%) che utilizzano cereali per l'alimentazione. In Italia a causa dell'aumento dei costi quasi una stalla su dieci (9%) è in una situazione così critica da portare alla chiusura, con rischi per l'ambiente, l'economia e l'occupazione ma anche per la sopravvivenza del patrimonio agroalimentare Made in Italy, a partire dai suoi formaggi più tipici”.
A strozzare in generale gli allevatori italiani, dice l'associazione, è un'esplosione delle spese di produzione in media del 60% legata ai rincari energetici, che arriva fino al 95% per quanto riguarda i mangimi, al 110% per il gasolio e addirittura al 500% per le bollette per l'elettricità necessaria ad alimentare anche i sistemi di mungitura e conservazione del latte. Particolarmente drammatica è come detto la situazione delle stalle di montagna dove il caro energia, dice la Coldiretti: “Sta costringendo aziende a chiudere ed abbattere gli animali, con un calo stimato della produzione di latte del 15% che impatta sulla produzione dei formaggi di alpeggio”.
Con la chiusura di un'azienda zootecnica, conclude Barbacovi, si perde anche il patrimonio genetico degli animali, custodito e valorizzato da generazioni di allevatori: “Per questo è necessario intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro, anche con accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione”.