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In Trentino chiuse 350 attività tra bar e ristoranti per pandemia e aumenti dei costi, l'allarme: ''Nei prossimi mesi tanti altri faranno la stessa fine''
Il report che è stato diffuso nelle scorse ore da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese mostra per il Trentino Alto Adige un calo superiore del 5% dei bar. Nella nostra provincia tra bar e ristoranti sono state 350 le attività chiuse a causa della pandemia. La presidente dell'Associazione pubblici esercizi dell'Unione Commercio: ''Non si lavora più come una volta''

TRENTO. “Ci arrivano bollette per l'energia elettrica di 4 mila alcuni addirittura 5 mila euro. In queste condizioni saranno tanti i bar che dovranno chiudere nei prossime mesi”. C'è chi non ha voglia di parlarne, chi invece lo fa arrabbiandosi e chi ormai sembra aver perso tutte le speranze.
Se la pandemia e il lockdown aveva messo in ginocchio i bar e i ristorante nel nostro territorio, ora che gli effetti del Covid non sono ancora passati, l'aumento dei costi dell'energia per molte attività sarà la mazzata finale.
A fotografare la drammatica situazione è l'ultimo report che è stato diffuso nelle scorse ore da Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese. In Italia sono quasi 7mila i bar che hanno chiuso i battenti causa Covid negli ultimi due anni. Lo studio mostra che dei 169.839 bar esistenti a fine 2019, ne sono rimasti 162.964 a fine 2021, vale a dire 6.875 in meno (-4,05%).
Tutte le regioni sono state colpite compreso il Trentino Alto Adige che ha visto un calo superiore al 5%. “Le attività che hanno chiuso sono davvero tante e andando avanti di questo passo è vero che tante altre faranno la stessa fine” ci dice Fabia Roman, presidente dell'Associazione pubblici esercizi dell'Unione Commercio. I numeri fanno tremare i polsi. In Trentino la pandemia e non solo ha portato a chiudere 350 attività fra bar e ristoranti. Sono 145 i bar che hanno deciso spegnere definitivamente le luce.
Dati drammatici di una realtà che in questi mesi si è ulteriormente aggravata perché le attività non riescono più ad assorbire i costi delle materie prime e dell’energia. Nel corso della pandemia il costo dell’energia è aumentato del 353% nella nostra provincia. Nel frattempo le materie prime sono aumentate e a fronte degli aumenti dei prezzi sono infatti anche calati i consumi.
“Nelle ultime settimane – continua Roman – le attività hanno ricevuto bollette astronomiche. C'è chi deve pagare 3600 euro, chi 4000 euro e chi somme più alte. Sono costi difficili da abbattere, la macchina del caffè in un bar rimane sempre accese, ci sono le piastre per il mangiare e tante altre attrezzature. E' una situazione davvero insostenibile”.
Manca anche il lavoro e tante tasse o impegni finanziari che erano stati messi in standby ora si devono affrontare. “Non si sta lavorando più ai livelli di una volta – spiega la presidente della categoria – e tra l'altro ora dobbiamo considerare che durante la pandemia i mutui erano stati sospesi, alcune tasse potevano essere rinviate. Tutto questo non si può più fare e rimaniamo travolti”.
A chiudere i battenti non sono solo bar ma punti di ritrovo nei paesi, luoghi si socialità che sono essenziali nelle nostre valli e che con il passare dei mesi vanno a scomparire. Delle sentinelle importanti che un po' alla volta si spengono.