
Dal Trentino il super-impianto per il riciclo della gomma [...]

Maxi truffa sull'energia rinnovabile, l'indagine avviata [...]

Chiedeva aiuti statali e contributi Covid19 presentando [...]

Al posto del ristorante "La Lanterna" arriva la "Locanda [...]

Pubblico impiego, i sindacati alla Pat: "Si parta dalla [...]

In barca dal lago di Garda a Venezia, il progetto [...]

Noleggio piattaforme aeree: il modo più efficiente per [...]

Mutui, crescono i timori delle famiglie: in tanti non [...]

Fatturato in crescita a due cifre e incrementi nei [...]

I prezzi delle abitazioni continuano ad aumentare: +3,8%. [...]
La Safilo di Longarone con oltre 400 dipendenti rischia la chiusura, la Provincia di Belluno: ''Sfrutteremo ogni spiraglio per difendere un emblema del Made in Italy''
Il 2022 del gruppo dell'occhialeria è stato in crescita dell'11% ma lo stabilimento di Longarone potrebbe chiudere con gli oltre 400 dipendenti a rischio. Il presidente della Provincia di Belluno, Padrin: "La grande professionalità dei lavoratori e delle maestranze bellunesi è da sempre tra i punti di forza del nostro territorio, lavoriamo per evitare una chiusura"

LONGARONE. "La grande professionalità dei lavoratori e delle maestranze bellunesi è da sempre tra i punti di forza del nostro territorio". Questo il commento di Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, sulla possibile chiusura dello stabilimento produttivo Safilo di Longarone. "Questo lo strumento da poter utilizzare anche in questa nuova crisi che rischia di sconvolgere il manifatturiero".
Il 2022 del gruppo dell'occhialeria è stato in crescita dell'11% ma lo stabilimento di Longarone potrebbe chiudere con gli oltre 400 dipendenti a rischio. Il management dell'impresa ha ricevuto il mandato di esplorare delle soluzioni alternative a causa dell'evoluzione del portafoglio prodotto, del contesto economico, le dinamiche competitive del settore e una sovracapacità produttiva.
"Sarebbe un problema non solo per Longarone - dice Padrin - ma per l’intero territorio provinciale. E dobbiamo lavorare per evitarlo, in questo momento, ognuno nell’ambito delle proprie competenze. Auspico la più alta unità d’intenti tra categorie, sindacati, territorio e Regione Veneto: come abbiamo già visto in occasione di altre crisi che hanno interessato stabilimenti bellunesi, è questo lo strumento per provare a invertire decisioni calate dall’alto".
Nelle scorse ore c'è stato anche un incontro tra sindacati, azienda e Regione Veneto per trovare una soluzione e rilanciare lo stabilimento. "Con l’assessora regionale Donazzan mi sono già confrontato più volte - aggiunge il presidente della Provincia di Belluno - trovando sempre grande disponibilità al dialogo e altissima professionalità nella struttura da lei creata in Regione. In questo momento dobbiamo puntare all’efficacia massima delle azioni da mettere in campo".
Due gli obiettivi indicati dal presidente di Belluno. "Il primo deve essere quello di tentare il possibile per salvare lo stabilimento di Longarone, facendo leva sulle competenze dei lavoratori che qui lavorano e anche sui risultati di crescita dell’azienda. Dobbiamo sfruttare anche il minimo spiraglio, coinvolgendo il ministero delle imprese e del Made in Italy, visto che stiamo parlando di un prodotto - l’occhiale - emblema del nostro Paese, ambasciatore della moda e dello stile italiano; in questo senso credo che il territorio si farebbe trovare come un fronte compatto, lavoratori e sindacati in testa per difendere lo stabilimento. Il secondo obiettivo, in subordine ovviamente, e da tentare qualora non ci fossero margini per il primo, è quello di lavorare per il ricollocamento degli esuberi e salvare i posti di lavoro. Ma andiamo per step e concentriamoci sulla salvaguardia della fabbrica", conclude Padrin.