Franco Pivetti il “nonno” degli artisti trentini che ha fatto vivere l’arte anche nel lockdown: “Non poteva venire nessuno ma ogni mese creavo una nuova mostra”
Franco Pivetti è l’artista che per oltre trent’anni anni ha ricoperto il ruolo di direttore artistico della Casa degli artisti di Tenno, nonché l’ideatore di “Rustico medioevo”. Ora, a 85 anni, si è lanciato in nuova avventura aprendo una galleria d’arte a Mori: “Io sto bene e ho ancora un sacco di energia, sto pensando a un progetto dedicato alle scuole”

MORI. In una della vie del centro storico di Mori, fra un b&b una pasticceria e qualche locale in vendita si può trovare un piccolo gioiello. Si tratta della “Silver Gallery”, una galleria d’arte molto particolare, fra le poche a rimanere “aperta” anche durante il lockdown, perché l’arte può vivere anche in periodo di pandemia. Certo, i visitatori non ci sono stati e di inaugurazioni nemmeno ma le opere hanno potuto essere ammirate attraverso le vetrate che affacciano sulla pubblica via ma anche sui social sempre aggiornati.
L’ideatore di questo progetto è un attempato signore che, per usare una sua espressione, “ormai ha un casino di anni” ma non per questo ha perso energia e passione. Occhi vispi come quelli di un giovane l’85enne Franco Pivetti è sempre presente in galleria per accogliere personalmente curiosi e appassionati e scambiare con loro due chiacchiere.
“Musica e arte sono due cose che ho coltivato fin da bambino”, ci spiega mentre sul tavolo dove siamo seduti c’è una xilografia di Albrecht Dürer, fra i massimi esponente della pittura tedesca rinascimentale. “Questa tecnica non viene quasi più utilizzata perché è un matrimonio impegnativo fra l’artista e l’artigiano”.
A tramandare queste passioni a Pivetti è stata la cugina, organista in chiesa nonché artista che dipingeva i paramenti sacri. “Sono nato nel 1936 a Cavezzo nella Bassa modenese, quando ero ancora piccolo mio padre accolse in casa una figlia di un suo fratello che era morto perché lei non aveva più nessuno, da lei ho incominciato a prendere le prime lezioni sia di musica che di pittura”.
Dopo aver appreso i rudimenti del mestiere Pivetti frequenta l’istituto d’arte a Modena e l’accademia a Venezia: “Non l’ho finita perché avevo studiato anche musica, chitarra e pianoforte, e così un’orchestra di Mirandola mi chiamò e visto che erano tempi in cui bisognava guadagnare tre soldi e di pittura è difficile vivere, sono partito con l’orchestra abbandonando l’accademia”.
Anche se la pittura non viene accantonata concluso il periodo con l’orchestra il talento di Cavezzo si mette in proprio e fonda un quartetto strumentale: “Portavamo in giro un programma moderno, anni ‘60. Ho viaggiato in mezzo mondo. Per 15 anni ho avuto la possibilità di conoscere artisti di andare in gallerie e musei. Giravi, guadagnavi e facevi le cose che ti interessavano”.
Negli anni ‘80 avviene l’incontro con il pianista Gualtiero Zepponi, con il quale fonda un trio: batterista, piano e basso: “Abbiamo preso in affitto un locale nelle vecchie scuderie di Castel Pietra a Calliano, si chiamava la Rocca è stato uno dei primissimi locali notturni del Trentino. Nel frattempo avevo messo su il mio studio a Riva del Garda in via Marocco. Era uno spazio grande pagavo poco d’affitto lì avevo anche un torchio a stella”. È proprio da un incontro con l’allora assessore di Riva del Garda Dario Mosaner che inizia un fortunato sodalizio con la Casa degli Artisti di Tenno.
“In quel periodo oltre a lavorare in studio avevo un contratto con una grossa galleria di Milano che si occupava di Surrealismo e tramite la stessa avevo stipulato un contratto con altre due gallerie, a Monaco e a Parigi”. Una lastra al mese, tirata personalmente dal maestro con il torchio, spesso scambiata con altre opere d’arte. “È così che è nata la mia grossa collezione”. Pivetti è stato per oltre trent’anni il direttore artistico della Casa degli artisti di Tenno durante i quali ha trovato il tempo di inventarsi il “Rustico Medioevo”, fra le più apprezzate manifestazioni dell’Alto Garda. È sempre in questo periodo che in Trentino arriva la Biennale internazionale della grafica.
Durante la trentennale gestione Pivetti la Casa degli artisti vede le visite crescere in maniera esponenziale. Chiusa la parentesi tennese, una serie di vicissitudini personali portano l’artista e collezionista, ormai un trentino d’adozione, a Mori dove, alla veneranda età di 85 anni, si lancia in una nuova avventura che passa anche attraverso i social. I locali di quello che diventerà il “Centro espositivo e laboratorio d’arte di Franco Pivetti” vengono presi in affitto nell’ottobre 2019, pochi mesi prima dell’avvento della pandemia e dei lockdown. “Durante le chiusure, pubblico e inaugurazioni zero assoluto ma le mostre le cambiavo ugualmente, le tenevo un mese per poi sostituirle sfruttando la mia collezione”. È anche grazie ai social che la galleria ha potuto sopravvivere durante la pandemia: le mostre infatti sono raccontate anche sulle pagine di Facebook e Instagram.
Al momento negli spazi espositivi si trovano le opere del genio padovano Antonio “Tono” Zancanaro, per la rassegna dal titolo “Profumo di donna”. Dopo questa mostra ce ne sarà una dedicata a Rembrandt. Il passo successivo invece, sarà un progetto dedicato agli studenti. “Spero di poter aprire ai piccoli gruppi delle scuole. Io sto bene e ho ancora un sacco di energia”, ci saluta così Franco Pivetti che a 85 anni sta già pensando alla sua prossima avventura.