IL VIDEO. “Rinunciare alla pista da bob di Cortina non sarebbe un fallimento, ma un’occasione per farsi portabandiera di una rinnovata modernità”
L’intervento dell’antropologo, blogger e scrittore Pietro Lacasella alla manifestazione “Pista da Bob – Ultima Chiamata”, partita questa mattina (domenica 24 settembre) a Cortina d’Ampezzo per dire ‘no’ all’opera in vista delle Olimpiadi 2026. Come riportato (Qui Articolo), la partecipazione all’evento è stata buona fin dall’inizio con piazza Dibona che attorno alle 10 e 30 si è riempita di cartelli e striscioni contro il progetto della pista (la cui gara per l’affidamento dei lavori è andata negli scorsi giorni deserta per la seconda volta).
Lacasella (che, insieme allo scrittore Marco Albino Ferrari, ha intrapreso per il Dolomiti un percorso in bici da Cortina a Innsbruck, per dimostrare come la distanza dall’impianto austriaco messo a disposizione dal sindaco Georg Willi sia relativamente vicino, a soli 168 chilometri, Qui Video) ha parlato del progetto di Cortina come di un simbolo “che ha due volti”, da una parte in grado di rappresentare un modello turistico-ambientale “ad alto consumo di risorse economiche ed ambientali” e dall’altra in grado invece di movimentare associazioni e cittadini per chiedere di “ricalibrare il modello economico sulle nuove esigenze dettate da questo presente ambientale e culturale”. Ecco le sue parole.
“La pista da bob di Cortina è diventata un simbolo che ha due volti, uno sicuramente negativo. Perché la pista rappresenta, incarna perfettamente una programmazione turistico-territoriale ad alto consumo di risorse economiche ed ambientali, risorse spesso pubbliche investite nel beneficio di poche persone.
Se prestiamo attenzione però, la pista da bob di Cortina ha anche un volto positivo: è dato da noi che siamo qui oggi riuniti per chiedere, innanzitutto, un po’ di buon senso. Ma anche per auspicare una rinuncia che non sarebbe un fallimento, ma un’ottima occasione per dimostrare che il nostro Paese con forza e lungimiranza può farsi portabandiera di una rinnovata modernità.
La pista è un simbolo, è l’emblema di un modello economico che erode territori, ambiente e anche risorse economiche. Ma si fa anche emblema di un diffuso desiderio di rinnovare questo modello economico, di ricalibrarlo sulle nuove esigenze dettate da questo presente ambientale e culturale”.
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