Dal 2020 assegnati 1,26 milioni di metri cubi di legname colpito dal bostrico: con le temperature al di sotto della media la diffusione del coleottero si è rallentata
A questo punto della stagione le catture legate al bostrico sono inferiori a quelle del 2022, tranne nella zona di Trento: secondo gli esperti è l’effetto delle temperature al di sotto della media registrate nell’ultimo periodo

TRENTO. Dopo quasi 3 anni di crescita la proliferazione del bostrico appare finalmente in calo. L’emergenza è tutt’altro che risolta ma perlomeno la diffusione dell’insetto ha perso parte della spinta iniziale. Questo, spiegano il Servizio Foreste e l'Ufficio fitosanitario della Provincia di Trento, è l’effetto delle temperature al di sotto della media registrate nell’ultimo periodo. I danni da bostrico avevano cominciato a manifestarsi in maniera significativa a partire dal 2020, dopo che nel 2018 la tempesta Vaia aveva devastato alcune foreste trentine.
A partire da inizio aprile sul territorio sono state reinstallate 221 trappole a feromoni. A causa dell'andamento meteorologico, le catture medie in provincia a fine maggio sono pari a 3.755 individui per ogni trappola, a fronte delle 8.945 unità registrate alla stessa data nel 2022 (-58%). L'individuazione di nuovi focolai è comunque assicurata dal personale forestale che, nello svolgimento delle proprie funzioni, garantisce in modo continuativo la sorveglianza sul territorio.
Come già anticipato in tutti i Distretti forestali, le catture a questo punto della stagione sono inferiori a quelle del 2022, tranne nella zona di Trento, che risente tuttavia di qualche situazione critica, ma di una buona situazione generale. Anche se le catture aumenteranno col procedere della stagione, secondo tecnici e ricercatori della Provincia è molto probabile che l’accorciamento del periodo utile per lo sviluppo dell’insetto comporti una diminuzione del numero di generazioni in grado di svilupparsi nel corso del 2023.
“Una situazione che potrebbe portare a una contrazione del carico di insetti che attaccheranno prossimamente le foreste e in particolare l’abete rosso nella seconda parte dell’estate e la prossima primavera”, sottolineano gli esperti della Pat. Ad ogni modo sarà comunque necessario attendere la conclusione del volo della generazione svernante (che arriverà a breve), prima di effettuare previsioni attendibili.
Da anni la Provincia ha avviato un Piano di contrasto ad hoc: l'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie, può essere conveniente, in determinati casi, lasciare le piante nel bosco per proteggere quelle ancora sane delle aree circostanti. È inoltre in corso un'attività di prevenzione e individuazione precoce degli attacchi, anche attraverso un apposito modello matematico fenologico, in collaborazione con l’Università di Vienna.
Le assegnazioni di materiale legnoso attaccato dal bostrico dal 1 gennaio 2020 ad oggi hanno raggiunto quota 1,26 milioni di metri cubi, mentre quelle legate a schianti da neve o da vento (principalmente causati da Vaia), sono state pari a circa 1 milione di metri cubi. Nello specifico, le assegnazioni di alberi ‘bostricati’ nelle diverse proprietà interessate sono state di 39mila metri cubi nel 2020, 248mila metri cubi nel 2021 e 593mila metri cubi nel 2022. Dal primo gennaio 2023 ad oggi sono già stati assegnati 380mila metri cubi di legname, mentre nello stesso periodo dell'anno scorso ne erano stati assegnati 122mila metri cubi. Le quantità da recuperare sono ingenti, e vanno pertanto evitate assegnazioni o tagli di materiale fresco nelle aree dove il bostrico è presente, considerando che ha una capacità di diffusione variabile tra i 500 e 1.000 metri, in modo da evitare ulteriori danni.
Per quanto riguarda invece le vendite, attraverso il portale online del legno trentino, da gennaio sono state organizzate 118 aste, delle quali 84 nella forma dell'asta pubblica. Sono stati così venduti 194 lotti di legname di abete (questa la specie colpita dal coleottero): 110 lotti in piedi, pari a 102.500 metri cubi netti di legname e 84 lotti a strada (20.600 metri cubi netti). Nello stesso arco temporale sono stati venduti dai proprietari forestali ulteriori 97 lotti, per circa 37.000 metri cubi netti, in maniera tradizionale, senza utilizzare il portale del legno.