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Hanno rubato 12 trattori, 230 ventilatori ma anche cibo e attrezzi, i carabinieri di Trento fermano un'associazione criminale
Il capobanda minacciava i sottoposti: "Se sgarrate chiamo le forze dell'ordine". L'operazione ha portato a 23 arresti. L'indagine è iniziata a seguito del furto di forme di formaggio avvenuto nel novembre 2017 a Lavis alla ditta Zanetti

TRENTO. Se qualcuno sgarrava il capobanda era pronto addirittura a chiamare le forze dell'ordine per denunciarlo. Veniva usato un linguaggio criptico per non farsi scoprire e ogni operazione era studiata nei minimi dettagli, a seconda delle esigenze di mercato. E' un'associazione criminale molto strutturata quella che il nucleo investigativo dei carabinieri di Trento è riuscito a smantellare con l'operazione “Vecchia fattoria” traendo in arresto 23 soggetti, dei quali ben 10 recidivi.
Un'indagine che è durata ben un anno e che ha visto l'avvio con il furto avvenuto alla fine del 2017 alla ditta Zanetti di Lavis dove erano state rubate delle forme di formaggio per un valore di 6 mila euro. Da questo furto sono partite le indagini che sono riuscite e risalire all'intera struttura che aveva come centro una cascina a Sant'Angelo Lodigiano isolata in mezzo ai campi. Una struttura con 17 numeri civici dove vivevano una cinquantina di persone e da dove le operazioni venivano pianificate per essere poi messe a segno non solo in Trentino ma anche in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte.

“Grazie all'importante indagine portata avanti dal nucleo investigativo dei Carabinieri – ha spiegato il procuratore capo Sandro Raimondi – si è riusciti a verificare e a risalire ad una attività di analisi e di programmazione che teneva conto di diverse esigenze a dimostrazione di una struttura operativa di grande spessore criminale. Da un furto in una azienda agricola si è riusciti a risalire ai collegamenti tra varie batterie di soggetti che hanno commesso furti e rapine di più generi alimentari e in più regioni”.
I colpi messi a segno dall'organizzazione criminale erano tra i più vari, dai 230 ventilatori alle seghe per pavimenti, gli antiparassitari agricoli, bevande fino ad arrivare a ben 12 trattori per un valore totale, di quest'ultimi, di circa 600 – 700 mila euro. I colpi accertati dalle forze dell'ordine vanno dal novembre 2017 a fine luglio 2018 e sono oltre una trentina. “Per un valore totale che si può aggirare su 1 milione di euro” spiegano il comandante Luca Volpi e il capitano Andrea Oxilia.
L'associazione criminale, 23 soggetti, è composta prevalentemente da persone di etnia Rom. Il capo banda era Meclaut Paun affiancato poi da Marius Joia , due rumeni 45enni che operavano assieme a Agim Zeneli. Nell'organigramma un ruolo importante era quello dei ricettatori che in questo caso erano due italiani e un egiziano, Diego Vezzù da Vercelli, Silvano Rosai di Milano (ai domiciliari per motivi di avanzata età) e Ayman Gomaa di San Giuliano Milanese. A loro il compito non solo di verificare le esigenze di mercato ma anche poi di ricevere e piazzare i beni che venivano rubati.

Come già detto, grande attenzione veniva data da linguaggio. “Andare a nozze” era la frase usata per compiere un colpo oppure “bisogno d'acqua” per le necessità di fare gasolio per le operazioni. “Pittura per l'imbianchino” dove la pittura era la merce necessaria e l'imbianchino era il ricettatore.
A confermare la spregiudicatezza della banda è anche l'intenzione di quest'ultima di un nuovo colpo alla Zanetti di Lavis nell'aprile di quest'anno. A conferma di ciò ci sarebbe un sopralluogo dello stesso Meclaut Paun che ha poi però cambiò idea per la forte presenta dell'Arma sul territorio.
Per quanto riguarda l'operazione “Vecchia Fattoria”, i soggetti sono stati associati a diverse strutture carcerarie del nord Italia, tranne sette che al momento risultano irreperibili sul territorio nazionale e per i quali sarà richiesto un mandato di cattura europeo della Procura distrettuale di Trento.