Coronavirus, al vaglio ulteriore stretta sugli spostamenti: non si potrà più uscire dal comune in cui ci si trova, salvo “comprovate esigenze”
I ministeri dell’interno e della salute starebbero lavorando a nuove misure ancor più restrittive per limitare i movimenti delle persone, nel nuovo provvedimento stop agli spostamenti fra comuni se non per “comprovate esigenze lavorative” o di “assoluta urgenza” come i motivi di salute

TRENTO. Secondo un’indiscrezione riportata dal Corriere della Sera il ministero dell’Interno, di concerto con quello della salute, stanno lavorando a un nuovo provvedimento, ancor più stringente dei precedenti in materia di spostamenti.
Il fine ultimo è ovviamente quello di limitare le occasioni di contatto e la conseguente trasmissione del coronavirus. Stando a quanto riportato nel documento pubblicato dal Corriere, da oggi è fatto divieto a “tutte le persone fisiche” di “trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un Comune diverso da quello in cui si trovano” fatta eccezione per quelle che vengono definite “comprovate esigenze lavorative” o di “assoluta urgenza” come i motivi di salute.
Tra gli obiettivi del governo c’è quello di ridurre del tutto gli spostamenti fra Nord e Sud del paese. Le nuove disposizioni dovrebbero presto entrare in vigore e lo saranno fino alla pubblicazione del nuovo decreto del Presidente del Consiglio. Da oggi le stazioni ferroviarie e degli autobus saranno presidiate.
Le disposizioni arrivano dopo le parole pronunciate dal presidente del consiglio Giuseppe Conte che ieri in diretta ha confermato “la decisione è quella di chiudere sull'interno territorio nazionale ogni attività produttiva non essenziale” (QUI articolo).
Secondo le informazioni che sono state diffuse in queste ore, le nuove limitazioni non andranno a toccare le filiere essenziali come quelle del settore alimentare, farmaceutico e dei trasporti. Rimarranno quindi operative le industrie alimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l'industria tessile solo legata strettamente agli indumenti di lavoro.
Nell'elenco delle attività essenziali, e quindi che rimarranno attive, ci sono anche le attività legate all'idraulica, all'installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. Rimarrebbero attivi anche i tabaccai (QUI articolo).