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Coronavirus, in arrivo 38 infermieri neolaureati. Fra il personale sanitario 129 contagiati, 6 in ospedale
Aumentati i posti in terapia intensiva ma manca il personale specializzato, il direttore di Apss: “Sospeso il punto nascite di Cavalese gli infermieri servono in rianimazione a Trento”. Segnana: “In arrivo anche 38 infermieri neolaureati che saranno iscritti subito all’albo”

TRENTO. Con grande sforzo, nonché impegno di risorse economiche per reperire le strumentazioni necessarie, l’Azienda sanitaria trentina è riuscita ad ampliare i posti letto in terapia intensiva che attualmente hanno raggiunto il numero di 79. Posti letto indispensabili per trattare i pazienti più gravi, che proprio per la loro condizione hanno bisogno di attenzioni particolari, tanto specifiche che persino la formazione degli infermieri che se ne occupano deve essere ad hoc. In questo senso è sorto il problema della carenza di personale qualificato, questo non perché ci siano pochi infermieri in generale bensì perché serve una formazione così specifica che solo chi opera in alcuni reparti di rianimazione la riceve.
“Parliamo di infermieri con competenze professionali specifiche rispetto alla rianimazione – precisa Paolo Bordon, direttore generale dell’Apss che poi aggiunge – su questo punto abbiamo dovuto sospendere temporaneamente il punto nascita di Cavalese perchè ci sono infermieri con competenze adeguate per supportare la rianimazione di Trento che in questo momento è in difficoltà”. Da questo momento dunque l’ospedale di Cavalese non avrà più il suo punto nascite perché gli infermieri specialisti sono stati dirottati al Santa Chiara di Trento per occuparsi dei ricoverati in terapia intensiva.
Per superare le carenze di personale si procederà anche con delle assunzioni straordinarie come quelle che interesseranno alcuni giovani neolaureati che solo pochi giorni fa hanno discusso la loro tesi a Verona (ovviamente in videoconferenza). D’altra parte al momento fra il personale sanitario ci sono 129 contagiati dal coronavirus: 14 medici, 102 operatori sanitari e 13 fra le altre figure (personale amministrativo e operai). Sul totale dei dipendenti, 8.500, i contagiati rappresentano l’1,70%. Di questi 6 si trovano ricoverati in ospedale, “Fortunatamente – ha detto Bordon – nessuno è in gravi condizioni”. Altri 123 sanitari si trovano in quarantena nelle rispettive abitazioni con sintomi lievi. (AGGIORNAMENTO, contrariamente a quanto affermato dal direttore di Apss nella tarda serata arriverà la notizia del decesso della dottoressa Gaetana Trimarchi).
Per fronteggiare queste criticità, come già anticipato arriveranno anche degli infermieri neolaureati: “Saranno 38 trentini che verranno registrati direttamente nell’ordine degli infermieri – ha specificato l’assessora alla Sanità, Stefania Segnana – e saranno subito disponibili per operare sul territorio, sia in ospedali che in Rsa”. Particolare attenzione sarà posta anche nei confronti dei farmacisti, in questo senso l’assessora competente ha incontrato il presidente Paolo Betti per fare il punto della situazione ed affrontare le varie criticità emerse. Stesso discorso per quanto riguarda le Rsa, l’assessorato e l’Unione Provinciale Istituzioni per l'Assistenza hanno avuto un confronto durante il quale si è parlato anche delle singole situazioni.
A tal proposito Enrico Nava, direttore per l'integrazione socio sanitaria, ha voluto ringraziare il grande lavoro svolto da medici, infermieri e oss all’interno delle Rsa che “seppur in condizioni critiche ha garantito un’assistenza di qualità” che ha portato alla guarigione di 45 ospiti. Quest’oggi, all’interno di queste strutture si sono contati 60 nuovi casi e pure 5 decessi, da segnalare gli incrementi che si sono verificati a Lavis (16 casi in più), Trento San Bartolomeo (8 casi) Nomi e Brentonico. Mentre in misura ridotta sono stati scoperti dei casi anche Malè e Condino, l’ultima delle strutture delle Valli Giudicarie che era stata risparmiata. In realtà nel caso di San Bartolomeo si è trattato di un errore rettificato in un secondo momento con un comunicato stampa: “Ad oggi, non abbiamo conferma di casi in via Malpensada. Si stanno effettuando test sul personale”, ha puntualizzato Nava.
Sulla struttura che ospita persone con disabilità a Levico Terme è stata effettuato un “tamponamento a tappeto” che ha portato alla luce risultati importanti: “Su 99 tamponi eseguiti fra gli ospiti – ha detto Nava – 24 sono risultati positivi, mentre su 82 operatori sanitari controllati i positivi sono 31”. I positivi nelle Rsa di Ledro e Riva sono rispettivamente 40 e 21, sarebbero in condizioni stabili. Infine, buone notizie sul fronte dei Dispositivi di protezione individuale che, stando a quanto riferito dai dirigenti di Apss e Segnana, sarebbero stati consegnati a tutte le strutture sanitarie.