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Coronavirus, l’Iss: “Le allergie ai pollini non sono un fattore di rischio, alcune forme di asma sì”
L’Istituto Superiore di Sanità conferma come le allergie non rientrino tra i fattori di rischio qualora si dovesse contrarre il Covid-19, al contrario, l'asma da moderato a grave può essere un pericolo: “Se si sviluppa una difficoltà respiratoria cercate immediatamente assistenza medica”

TRENTO. Ormai siamo ad aprile inoltrato è la primavera è esplosa in tutta la sua forza, come dimostrato dalla Fondazione Edmund Mach le scarse piogge e le temperature in risalita stanno determinando la fioritura di diverse specie. Ma c’è di più secondo gli esperti della Fem siamo di fronte a una fioritura per certi aspetti “anomala”, non tanto per le specie coinvolte quanto per i livelli di pollini prodotti (QUI approfondimento).
Come ricorda l’Istituto Superiore della Sanità una fetta consistente della popolazione italiana, addirittura tra il 15 e il 20%, riferisce sintomi stagionali legati al polline, i più comuni dei quali comprendono prurito agli occhi, congestione nasale, naso che cola e talvolta respiro sibilante ed eruzione cutanea. Tutti questi sintomi sono generalmente indicati come febbre da fieno, allergia ai pollini o rinite allergica, che è comunemente associata all'asma allergica nei bambini e negli adulti.
“Negli studi finora disponibili – riferisce l’Iss – le allergie non sono state identificate come un fattore di rischio importante per l'infezione da SARS-CoV-2, o per un risultato più sfavorevole”. Fra queste rientra anche l'asma allergico lieve che, a quanto pare, non implica delle complicazioni qualora si dovesse essere colpiti dall’epidemia. “Al contrario – mettono in guardia gli esperti – l'asma nelle forme da moderato a grave, in particolare dove i pazienti hanno bisogno di cure quotidiane, è incluso nelle condizioni polmonari croniche che predispongono alla malattia grave”. Ergo è bene mantenere alta l’attenzione.
In questo senso bambini e adulti che seguono terapie di mantenimento per allergie, ad esempio inibitori dei leucotrieni, corticosteroidi per via inalatoria e/o broncodilatatori, devono continuare il trattamento come prescritto dal medico e non devono interrompere la terapia a causa dei timori di Covid-19. Qualora si sviluppassero i sintomi compatibili con quelli del coronavirus, si dovranno seguire le procedure per l’autoisolamento, comunicando la situazione al proprio medico. Queste persone, ma questo vale per tutti, dovranno monitorare costantemente la propria salute: “Se si sviluppasse una difficoltà progressiva respiratoria – avverte l’Iss – è indispensabile cercare immediatamente assistenza medica”.