I vicini segnalano i connazionali ''nascosti'' nelle seconde case in Val di Fassa: ma dopo i controlli solo una famiglia è denunciata
Fugatti ha fatto partire la ''caccia'' agli italiani che sono venuti in Trentino nelle loro case di montagna per allontanarsi dal virus dimenticando, però, che ancora il 5 marzo era lui a invitarli a venire da noi e che se fosse stato per lui gli impianti sciistici avrebbero chiuso solo sei giorni fa (mercoledì 11 marzo). I connazionali che non devono essere qui sono quelli allontanatisi dai loro comuni dopo il dpcm del 11 marzo (quindi una parte molto residuale visto che le scuole avevano chiuso il 5)

TRENTO. Vicini di casa che si segnalano l'un con l'altro e non importa se fino a ieri si conoscevano da una vita e magari facevano affari gli uni con gli altri (come accade normalmente tra residenti e turisti). Da quando il ''nemico'' sono diventati i cittadini italiani di altre regioni proprietari di seconde case in Trentino, è partita una vera e propria ''caccia'' al connazionale. Fugatti lo ha detto chiaro e tondo preludendo anche a un possibile (in realtà impossibile perché è un diritto fondamentale della Costituzione e medici e infermieri a il Dolomiti hanno già dichiarato che non rispetteranno eventuali imposizioni del presidente della Pat in tal senso) scavalco del diritto alla salute.
''Il Trentino - ha detto - sarà responsabile con chi è responsabile e non sarà responsabile con chi è irresponsabile'' riferendosi proprio ai proprietari di seconde case. E allora ecco moltiplicarsi, nelle valli trentine, i casi di cittadini residenti che stanno denunciando i vicini presenti nelle seconde case alle forze dell'ordine chiedendo di farle andar via del territorio. Ovviamente le denunce sono indiscriminate e non tengono conto dei tempi: gli unici che, di fatto, non dovrebbero essere qui, infatti, sono quelli partiti dopo l'11 marzo (quando è stato fatto l'ultimo dpcm). Gli altri erano addirittura invitati dal presidente Fugatti a venire in Trentino che una settimana fa teneva ancora gli impianti aperti (lui li avrebbe chiusi l'11 marzo mentre il governo è intervenuto il giorno prima) e solo il 5 marzo (il giorno in cui Conte chiudeva tutte le scuole d'Italia) sui social scriveva post come questo:

In Alto Adige il presidente della Provincia Kompatscher ha ribadito in conferenza stampa che ''l'Alto Adige non caccia nessuno, ma semmai ci preoccupiamo di garantire il massimo della copertura sanitaria per tutti i cittadini'' e quindi sono state realizzate delle raccomandazioni per gli italiani che si trovano nelle seconde case non per ragioni di lavoro o di domicilio, affinché questi tornino alle loro abitazioni (e al loro medico di base), ma mai li si è minacciati dicendogli che se si ammaleranno qui, non verranno curati (come dimostra il testo emesso ieri dalla Provincia di Bolzano).

Il Trentino, invece, è riuscito a dare un messaggio opposto e ora passa alla fase due. In Val di Fassa, per esempio, alcuni cittadini si stanno organizzando con delle vere e proprie liste e stanno procedendo a segnalare le persone considerate “irregolari” alle forze dell'ordine. Ovviamente la stessa cosa non avviene con le decine di trentini che vanno nei parchi, che passeggiano in gruppo, vanno in bici o si dirigono verso le montagne per fare sci alpinismo. Ecco allora che negli ultimi giorni i telefoni della polizia locale hanno suonato varie volte. Dall'altra parte della cornetta i cittadini con sottomano nomi e indirizzi di persone che a parer loro “andrebbero controllate”.
E i controlli, hanno spiegato a ilDolomiti gli agenti della polizia della Val di Fassa, sono già stati fatti in diverse situazioni. I varchi alla valle sono tutti video-sorvegliati e in questo modo si va a verificare se una persona, con la propria macchina, è entrata prima o dopo il divieto previsto dall'ultimo decreto del presidente del consiglio dei ministri. Fortunatamente si va a scoprire che non sempre i nostri concittadini di altri territori hanno violato le disposizioni ministeriali. Anzi, al momento delle tante segnalazioni arrivate dai cittadini solo una si è rivelata fondata e così una famiglia è stata denunciata. Si tratta di una famiglia che stava tornando nel suo comune di residenza ma che è stata intercettata e denunciata perché arrivata in Trentino dopo l'11 marzo.