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Coronavirus, nelle Rsa trentine anziani contagiati senza la seconda dose di vaccino. Parolari: ''E' una corsa contro il tempo ma Apss ha garantito le forniture''
Nell'arco di due settimane si dovrebbe completare la seconda fase di somministrazione nelle Rsa Trentine. Nei prossimi giorni è stato chiesto un tavolo con la Provincia per ridiscutere assieme i protocolli di sicurezza e consentire una riapertura graduale delle strutture consentendo anche un ritorno degli abbracci

TRENTO. “Ci sono ancora contagi. Purtroppo anche tra gli anziani che hanno ricevuto la prima dose del vaccino. Non protegge a sufficienza da questo virus, dobbiamo stare molto attenti e far capire che il richiamo è fondamentale”. La vaccinazione contro il Covid19 all'interno delle Rsa trentine è iniziata alla fine di dicembre ed è stata porta avanti senza sosta. Una corsa contro il tempo che però, per alcuni, purtroppo, non è bastata. Tra gli anziani che hanno già ricevuto la prima dose, infatti, non sono mancati quelli raggiunti lo stesso dal virus. “Abbiamo avuto casi di anziani che dopo aver avuto la prima somministrazione si sono ammalati. Per questo è importante completare il prima possibile questa fase per riuscire a mettere in completa sicurezza tutte le strutture”.
Proprio in questi giorni è iniziata la seconda fase, quella più importante perché consentirà agli anziani delle case di riposo ad avere una protezione pressoché totale nei confronti del coronavirus.
“L'Azienda sanitaria – continua la presidente di Upipa – ha garantito la fornitura delle dosi per tutti i richiami e questo ci tranquillizza”. Fino ad oggi la quasi totalità degli ospiti hanno accettato la vaccinazioni. Va oltre il 70% la percentuale media di somministrazioni, invece, tra gli operatori che lavorano all'interno delle strutture.
La messa in sicurezza delle Rsa consentirà di raggiungere due obiettivi, da un lato la riapertura dall'altro sfoltire le liste d'attesa di persone che attendono di entrare. “Fino ad oggi proprio per la situazione pandemica che abbiamo affrontato l'entrata di nuovi ospiti è andata a rilento. Abbiamo una lista di attesa di circa 800 persone che contiamo un po' alla volta di far entrare”.
Ma il punto cruciale è la riapertura. Pareti trasparenti, stanze degli abbracci e sguardi appannati da barriere di plexiglas sono destinati nel breve tempo a sparire. “Contiamo di togliere presto le separazioni che ci sono oggi e di consentire, pur mantenendo sempre delle linee di sicurezza, di nuovo gli abbracci e le carezze” ci dice Parolari. Sarà questo uno dei temi sul tavolo nell'incontro che si terrà giovedì prossimo con l'assessora alla Salute Stefania Segnana. Il vaccino consentirà di avviarci verso un ritorno alla normalità.
“Conclusa la fase vaccinale – prosegue - ci sono le condizioni per ridiscutere i protocolli che in questi mesi sono stati adottati. Lo dobbiamo fare tutti assieme. Logico che dovremmo mantenere comunque una certa prudenza, non si ritornerà ad una situazione normale come quella che avevamo prima della pandemia ma un po' alla volta ci avviamo ad una sempre maggiore apertura”.
A rimanere sarà il problema del personale infermieristico carente già prima della pandemia e che in questi mesi non è stato certamente risolto. “E' un tema che si deve assolutamente affrontare – conclude Parolari – fino ad oggi ci siamo trovati davanti ad un mercato che non ha offerto professionisti e i nuovi infermieri che escono annualmente sono troppo pochi. Ci si deve porre il problema di una nuova programmazione e chi ha il dovere intervenga il prima possibile”.