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Coronavirus, sulle riaperture l'allarme degli esperti. Crisanti: ''Passo azzardato, a rischio l'estate''

Le riaperture annunciate dal governo Draghi, per il virologo Burioni, sarebbero decisioni politiche perché le conoscenze scientifiche non possono essere l'unico aspetto da considerare, mentre per Crisanti si tratterebbe di un passo azzardato che metterebbe a rischio l'estate. Il consigliere Rezza: "Legittimo che la politica trovi una sintesi, ma siamo pronti a intervenire"

Di Laura Gaggioli - 18 aprile 2021 - 13:04

TRENTO. Il direttore di Microbiologia e virologia dell'università di Padova, Andrea Crisanti, e il virologo Roberto Burioni commentano le riaperture annunciate ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal premier Mario Draghi

 

Il governo si è detto pronto a un graduale ritorno verso zone gialle con riaperture di attività ristorative e culturali. Da lunedì 26 aprile, infatti, bar, ristoranti, scuole, ma anche teatri, musei e altre attività del mondo dello spettacolo potranno riaprire, privilegiando l'utilizzo di spazi aperti (Qui articolo).

 

Secondo Burioni, virologo dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, però questa decisione risponderebbe a decisioni politiche e non scientifiche. Questo quanto si legge da un post personale su Twitter: “Questo l’ho scritto un anno fa ma è estremamente attuale”. Secondo Burioni infatti ″È in questi momenti che la politica deve riappropriarsi di spazi che spesso ha colpevolmente trascurato o demandato ad altri. Le conoscenze scientifiche sono fondamentali nel contribuire ad arrivare a decisioni quali la riapertura parziale delle attività, ma non possono essere l’unico aspetto da prendere in considerazione”. E così è stato per il Governo Draghi.

 

 

Ma Crisanti, contrario alle riaperture, ferma l’entusiasmo. In questi giorni, infatti, è intervenuto più volte su diversi mass media sottolineando come il contagio sia ancora elevato e questo può portare ad un aumento repentino dei casi mettendo in questo modo a rischio l'estate.

 

L’allarme, lanciato dal direttore di Microbiologia e virologia dell'università di Padova sarebbe giustificato, quindi, dall’elevato numero dei contagi, destinati ad aumentare con le nuove aperture. Crisanti  si è espresso anche contro la riproposizione delle zone gialle, quelle arancioni e rosse perché inefficaci a contenere la pandemia. 

 

Favorevole invece Gianni Rezza, capo Prevenzione ministero Salute e membro del Cts: "Il rischio accettabile per un epidemiologo è zero - chiarisce in un intervista a la Repubblica - per un economista può essere 100 e per chi ha dovuto chiudere un'attività è ancora più elevato. Legittimo che la politica trovi una sintesi, saranno cruciali le due, tre settimane successive, ma siamo pronti a intervenire. I test rapidi ormai sono affidabili come il tampone, ne vedremo sempre di più".

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