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Fanno collassare una struttura del rifugio salendo sul tetto e se ne vanno via senza dire niente. La gestrice: "Maleducazione allo stato puro"

La scorsa domenica 28 febbraio un gruppo di persone è salito sul tetto di una casetta in legno che la gestrice del rifugio Talamini utilizza per il ricovero delle pecore in estate, finendo per farla collassare su un lato. Invece di riferire il danno, i turisti se ne sono andati via senza dire nulla

Di L.B. - 04 marzo 2021 - 16:32

VODO DI CADORE (BL). Non è facile essere rifugisti quando, in cambio alle proprie fatiche per tenere viva e operativa una struttura d'appoggio punto di riferimento per turisti ed escursionisti, si riceve solo maleducazione. E in alcuni casi estremi, oltre all'amarezza di non vedere riconosciuto il proprio lavoro rimane pure il danno. 

 

E’ ciò che è tristemente accaduto lo scorso weekend al rifugio Gian Pietro Talamini, a quota 1582 metri sopra Vodo di Cadore, ed emerso attraverso un post sui social da parte della gestrice Michaela Del Favero dopo aver scoperto seri danneggiamenti apportati a una rimessa del rifugio.

 

La scorsa domenica 28 febbraio, infatti, un gruppo di persone è salito sul tetto di una casetta in legno che la gestrice utilizza per il ricovero delle pecore in estate, finendo per sfondarlo con il loro peso. La struttura ha ceduto su un lato, e ieri mattina Michaela Del Favero l’ha trovata in queste condizioni.

Ringrazio il gruppo di ragazzi, non clienti del rifugio, che hanno banchettato nelle zone limitrofe e, dopo più raccomandazioni, mi hanno lasciato questo”, ha scritto la gestrice sui social.

 

Secondo quanto raccontato da Michaela Del Favero, domenica è arrivato un gruppo di ragazzi che non aveva prenotato il pranzo in rifugio. Questi si sono messi a fare il loro picnic all’aria aperta dietro la struttura, per poi salire sul tetto della casetta in legno e farla collassare sotto il loro peso.

 

La gestrice, essendo impegnata a servire ai tavoli e a lavorare per gli escursionisti che avevano prenotato il pranzo, non si era accorta di nulla, fino a ieri.

 

Una triste vicenda di sicuro ancora più difficile da digerire visto l’inverno già particolarmente impegnativo per i rifugisti. “Altro che gestori montanari musoni, persone maleducate per non dire altro!”, ha concluso.

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