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In Trentino da inizio anno sono morte 7 persone sul lavoro. Migliaia gli infortuni segnalati, i sindacati: "Potenziare i controlli ispettivi''

L'ultimo drammatico episodio in Trentino è avvenuto martedì dove due persone all'interno di un'azienda sono state travolte da un'esplosione rimanendo gravemente ustionate. Tra le richieste del sindacato anche quella di "Rafforzare gli organici degli enti ispettivi provinciali per condurre un’azione capillare di monitoraggio sui luoghi di lavoro"

Di GF - 02 settembre 2021 - 09:37

TRENTO. Gravi infortuni ma anche morti. Nei soli primi sette mesi del 2021 il Trentino ha registrato 7 persone morte mentre si trovavano nel proprio posto di lavoro.

 

Numeri che fanno tremare i polsi se uniti a quelli dei migliaia di infortuni che sono stati registrati sempre da inizio anno. A livello italiano sono 139 le vittime sul lavoro che sono state registrate nel solo mese di luglio e se consideriamo il 2021 fino ad oggi il bilancio drammatico vede 677 morti bianche.

 

L'ultimo drammatico episodio in Trentino è avvenuto martedì dove due persone all'interno di un'azienda sono state travolte da un'esplosione rimanendo gravemente ustionate. Stando agli ultimi open data dell’Inail in Trentino, nel comparto manifatturiero, tra gennaio e luglio 2021 si sono verificati 523 infortuni, contro i 372 del 2020.

“La sicurezza sul lavoro non può essere solo un buon proposito. E’ tempo che il tema diventi prioritario e che si investano maggiori risorse, provinciali e nazionali, per rafforzare la prevenzione, la formazione e i controlli ispettivi”. Ha spiegato con una nota la Fiom del Trentino con la segretaria provinciale Manuela Terragnolo.

 

L'analisi dei dati è stata fatta dall'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre e a finire in “zona rossa” nei primi sette mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 23,7 morti ogni milione di lavoratori) c'è anche il Trentino Alto Adige assieme a Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise e Abruzzo.

 

"Serve non limitarsi a guardare il singolo incidente - spiega il sindacato - ma elaborare una strategie a livello nazionale e provinciale che rimettano al centro la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, anche affrontando il tema di vincolare i sostegni alle imprese al rispetto di tutte le norme a tutela della salute. Allo stesso tempo è opportuno rafforzare gli organici degli enti ispettivi provinciali per condurre un’azione capillare di monitoraggio sui luoghi di lavoro, per favorire una maggiore formazione, prevenzione e consapevolezza dei rischi sia tra i lavoratori sia tra i datori di lavoro".

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