Omicidio Agitu, ''Sul corpo nessuna violenza sessuale''. L'autopsia: ha cercato di difendersi dall'aggressione
Dai risultati dall’autopsia pare ricavarsi che nel momento dell'aggressione Agitu avrebbe cercato di difendersi o, in qualche modo, di ripararsi portando le mani sulla faccia e sulla testa vista la presenza di lividi ed escoriazioni che la donna presentava sulle mani e sulle dita

TRENTO. L'aggressione, il tentativo di difendersi e poi i fortissimi colpi inferti con una mazzetta sulla testa che si sono rivelati mortali. Ideo Gudeta Agitu è morta nella prima parte della mattinata del 28 dicembre 2020, giorno in cui, solo in serata, è stato ritrovato il suo corpo senza vita. E' questo uno degli elementi che emergono dai risultati dell'autopsia che nei giorni scorsi è stata depositata al Pubblico Ministero dall'Istituto di Medicina Legale di Verona, a disposizione anche dell’indagato e delle persone offese, assistite dagli avvocati Andrea De Bertolini, Elena Biaggioni e Giovanni Guarini.
Un documento importante che fornisce nuovi elementi certi su una tragedia enorme che ha visto la morte di Agitu, la pastora del Trentino conosciuta in tutta Italia, per mano del suo collaboratore Suleiman Adams, ghanese di 32 anni, che ha poi subito confessato il delitto. (Qui l'articolo)
L'uomo, accusato di omicidio volontario, che si trova ad oggi ancora detenuto nel carcere di Trento, è ora difeso dall'avvocato Nicola Zilio che al momento non ha inteso rilasciare dichiarazioni e pertanto non è ancora noto quali saranno le intenzioni della difesa.
I risultati dell'autopsia confermano alcuni elementi importanti e fanno piena luce su aspetti che inizialmente erano solo frutto di supposizioni investigative e di una ricostruzione basata sulle dichiarazioni rese dall’indagato.
La prima questione è quella che riguarda la causa della morte. L'autopsia ha confermato l’ipotesi iniziale, che il decesso è derivato da un forte trauma che ha causato gravi fratture craniche provocato da un corpo contundente compatibile con una mazzetta che era stata rinvenuta sulla scena del crimine dai carabinieri intervenuti.
Quanto alla presenza di altre lesioni minori sul volto e sul collo della vittima, le stesse sono da ritenersi conseguenza indiretta sempre dei colpi con la mazzetta, forse causati dal manico in legno della stessa. E inoltre, dall’autopsia pare ricavarsi che nel momento dell'aggressione Agitu avrebbe cercato di difendersi o, in qualche modo, di ripararsi portando le mani sulla faccia e sulla testa vista la presenza di lividi ed escoriazioni che la donna presentava sulle mani e sulle dita.
Senz’altro importante è l’ultimo elemento emerso dalla relazione del medico legale che fa chiarezza su un aspetto che invece aveva inizialmente destato dubbi negli inquirenti: nessuna lesione compatibile con un abuso di natura sessuale, prima o dopo la morte, è stato rinvenuta sul corpo della donna.
Molte risposte sono quindi ora state date ma i fatti non sono ancora del tutto chiariti e si vedrà se le indagini, che sono ancora in corso, permetteranno di ricostruire gli ultimi dettagli di questa terribile vicenda, tra i quali la conferma del movente del delitto come confessato da Suleiman Adams subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Agitu.