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Operai sottopagati e costretti a lavorare con orari massacranti, indagini della Finanza sulla costruzione del centro giovanile a Pieve di Bono
Nei giorni scorsi sono stati notificati gli avvisi di conclusione dell'indagine che ora vede una decina di indagati. Nel 2020 la protesta dei lavoratori che erano saliti sul tetto del centro giovanile a Creto, frazione di Pieve di Bono, minacciando di gettarsi

TRENTO. Sottopagati ma anche costretti a lavorare con orari massacrati e con una pausa pranzo quasi inesistente. Questa la situazione nella quale si trovavano gli operai impegnati nella costruzione del centro giovanile di Creto e sulla quale da tempo erano state avviate le verifiche della Guardia di Finanza.
Nei giorni scorsi sono stati notificati gli avvisi di conclusione dell'indagine che ora vede una decina di indagati e le accuse sono quelle di associazione a delinquere, sfruttamento del lavoro e ci sarebbero anche subbalpalti contestati.
E' bene chiarire che l'iscrizione nel registro degli indagati non significa colpevolezza ma le accuse dovranno ora essere confermate. Ad essere indagati sarebbero i vertici dell'azienda.
Già in passato il centro giovanile era finito al centro della cronaca per una protesta dei lavoratori (QUI L'ARTICOLO). Il 14 maggio dello scorso anno, infatti, gli operati avevano raggiunto il cantiere in cui lavoravano per poi salire sul tetto come segno di protesta avviata per i ritardi nel pagamento degli stipendi.
La vicenda era finita in tribunale e da quel momento era partita indagine che ha poi portato alle accuse odierne.