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Costretti a lavorare in nero, senza servizi igienici e sotto sorveglianza per maggiori rendimenti, in azione la Guardia di Finanza nel veronese
I lavoratori venivano impiegati per 10/12 ore giornaliere, sette giorni su sette, in luoghi di lavoro sprovvisti di servizi igienici e con pressante sorveglianza per l'ottenimento di maggiori rendimenti. Senza parlare della paga oraria, ben lontana dai minimi salariali. Vere e proprie forme di “caporalato”, ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria

VERONA. Costretti a lavorare in nero, senza servizi igienici per 10/12 ore giornaliere, sette giorni su sette e sotto pesante sorveglianza.
E' l'ennesimo episodio di caporalato quello che portato alla luce nel veronese e che ha visto nelle scorse ore l'intervento della Guardia di Finanza.
E' stata infatti scovata un'azienda che reclutava manodopera (per lo più di origine extracomunitaria) allo scopo di impiegarla anche con terzi soggetti in condizioni di vero e proprio sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori, costretti a orari e condizioni palesemente difformi da quelle previste dai contratti nazionali.
In alcuni casi venivano impiegati per 10/12 ore giornaliere, sette giorni su sette, in luoghi di lavoro sprovvisti di servizi igienici e con pressante sorveglianza per l'ottenimento di maggiori rendimenti. Senza parlare della paga oraria, ben lontana dai minimi salariali. Vere e proprie forme di “caporalato”, ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
Ma non solo perchè è stata trovata manodopera in nero o irregolare nell’ambito di controlli nei confronti di alcune aziende operanti nel settore vitivinicolo. Inoltre, in un parco termale sempre nel veronese, i finanzieri hanno riscontrato che il 50% degli addetti ai servizi di ristorazione erano impiegati completamente “in nero”. Sono scattate, pertanto, le segnalazioni agli organi competenti per l’elevazione delle conseguenti sanzioni amministrative.