Referendum cannabis, Cappato: “In 2 giorni 220mila firme, dobbiamo arrivare a mezzo milione entro il 30 settembre”
Servono 500mila firme per permettere agli italiani di esprimersi in un referendum sulla depenalizzazione della produzione e consumo di cannabis: la raccolta di adesioni è iniziata l'11 settembre e in soli due giorni hanno firmato oltre 220mila persone. Marco Cappato (Radicali): “E' un successo straordinario”

TRENTO. Sono oltre 220mila le firme raccolte in sole 48 ore per il referendum sulla cannabis legale: l'obiettivo è arrivare a 500mila adesioni entro il 30 di settembre per consentire alla cittadinanza di esprimersi sulla questione. La raccolta firme, che si svolgerà solo online, ha preso il via sabato scorso (11 settembre) ed è promossa da un gruppo di esperti, giuristi e militanti (coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione e Antigone), oltre che rappresentanti politici di +Europa, Possibile, Sinistra italiana, Rifondazione comunista e Radicali italiani.
“In 2 giorni 220mila firme sono un successo straordinario – ha scritto Marco Cappato, radicale e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni – dobbiamo arrivare a 500mila entro il 30 settembre”. “Epocale e positiva” la possibilità di firmare online con l'identità digitale per Riccardo Magi, di +Europa, mentre anche il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo sui social si esprime a favore della proposta referendaria: “Al via il referendum per depenalizzare la cannabis in Italia e aprire alla legalizzazione. Servono 500mila firme entro il 30 settembre 2021. Firmate e fate firmare”.
L'intenzione dell'iniziativa è di poter votare in primavera un referendum sulla cannabis insieme a quello sull'eutanasia e intervenire, dice l'associazione Luca Coscioni: “Sia sul piano della rilevanza penale che su quello delle sanzioni amministrative. Quello della coltivazione, vendita e consumo di cannabis è una delle questioni sociali più importanti nel nostro Paese. Un tema che attraversa la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la ricerca scientifica, le libertà individuali e, soprattutto, la lotta alle mafie”.
Secondo l'associazione sarebbero 6 milioni i consumatori di cannabis in Italia: “Tra questi anche moltissimi pazienti spesso lasciati soli dallo Stato nell'impossibilità di ricevere la terapia nonostante la regolare prescrizione. Questi italiani hanno oggi due sole scelte: finanziare il mercato criminale nelle piazze di spaccio o coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Un dibattito che non può più essere rimandato e deve essere affrontato con ogni strumento democratico”.