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Traffico illecito di rifiuti dal sud al nord Italia, maxi operazione dei carabinieri. Coinvolti diversi imprenditori veneti
Dodici arresti e dieci indagati a piede libero. Tre ditte sotto sequestro, lo spettro della camorra. E una montagna di rifiuti illeciti: 22000 tonnellate equiparabili ad una colonna di tir di 7 chilometri oppure una superficie come piazza San Marco con uno strato di 5 metri

BELLUNO. Traffico illecito di rifiuti dal Sud al Veneto. Dodici arresti e dieci indagati a piede libero. Tre ditte sotto sequestro, lo spettro della camorra. E' una montagna di rifiuti illeciti quella scovata dai carabinieri del Comando provinciale di Belluno, in collaborazione con quelli del locale Gruppo Forestale, all’esito di una prolungata attività investigativa diretta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia E denominata convenzionalmente “PLASTIC Connection".
Le forze dell'ordine ieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 cittadini italiani: 11 misure in carcere e 1 ai domiciliari. Sul conto degli arrestati sono emersi gravi indizi circa la loro partecipazione, a vario titolo, ad una associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione è stata estesa nelle province di Belluno, Treviso, Padova, Vicenza, Napoli, Avellino e Pisa.
L’indagine diretta dalla Procura Distrettuale e delegata ai Carabinieri di Belluno, partendo da una importante attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica Circondariale relativa ad un’importante ditta di rifiuti, ha consentito di acquisire elementi che hanno dimostrato come faccendieri senza scrupoli abbiano messo in contatto imprenditori del nord, titolari di attività specializzate allo smaltimento rifiuti, con altri del meridione, inseriti nella filiera della lavorazione della plastica, consentendo a questi ultimi di smaltire i loro rifiuti, tra cui anche quelli speciali, attraverso l’introduzione nel ciclo produttivo delle aziende del nord o accantonandoli in improvvisati luoghi di stoccaggio, attigui alle aziende stesse.
L’attività investigativa, condotta anche attraverso indagini tecniche e innumerevoli servizi di osservazione, pedinamento e controllo, ha raccolto elementi che sono stati posti alla base del decreto di sequestro di 3 stabilimenti operanti nello specifico settore, nonché beni mobili ed immobili, conti correnti tali da andare a coprire la somma di 1.500.000 euro, stabilita dal giudice per le indagini preliminari nel decreto preventivo di sequestro per equivalente finalizzato alla confisca.
Ulteriori accertamenti hanno consentito anche di acquisire concreti elementi relativi alla produzioni di documenti fiscali irregolari per creare fittizi rapporti commerciali e fatturazioni al fine di occultare l’indebito profitto della principale attività.
Sono stati acquisiti riscontri investigativi tali da far ipotizzare il dirottamento su conti esteri di circa due milioni di euro, sia lo smaltimento illecito di 22000 tonnellate di rifiuti equiparabili ad una colonna di tir 7 km oppure riempire una superficie come piazza San Marco con uno strato di 5 metri di rifiuti.