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''Chiara stava costruendo il suo percorso professionale e papà Giuseppe ne parlava con orgoglio. Tutta la comunità starà vicina a lui, alla mamma e alla sorella Giulia''

Il cordoglio della vicesindaca di Rovereto per la famiglia di Chiara Santoli, veterinaria 25enne vittima di un tragico incidente mentre stava lavorando in una stalla: ''I genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai figli e trovare le parole per esternare lo sgomento è quasi impossibile. Ma sono certa e spero che la nostra grande e generosa comunità scolastica e non solo si stringerà attorno al dolore della famiglia per condividere questa sofferenza''

Di L.P. - 04 November 2022 - 17:27

ROVERETO. ''Non conoscevo Chiara direttamente ma conosco molto bene il suo papà che spesso di lei parlava come sono soliti fare i genitori che si confrontano sui propri figli e l’orgoglio traspariva come anche la felicità di sapere che Chiara aveva trovato la sua strada. Questo è un momento straordinariamente difficile, i genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai figli e trovare le parole per esternare lo sgomento è quasi impossibile. Voglio però trasmettere la mia più sincera vicinanza alla famiglia, alla mamma, alla sorella Giulia, al papà Giuseppe, con il quale ho condiviso comuni esperienze di partecipazione politica ed istituzionale nei tanti progetti che riguardano il mondo della scuola e della nostra comunità''. Questo parte del pensiero di cordoglio espresso dalla vicesindaca di Rovereto e assessora all'educazione e università Giulia Robol alla famiglia della 25enne Chiara Santoli, veterinaria vittima ieri mattina di un drammatico incidente morale. 

 

Laureata alla facoltà di Padova, aveva superato l'esame di Stato e si era iscritta all'albo dei veterinari della provincia di Trento a marzo scorso e ieri mattina stava svolgendo dei lavori legati al suo tirocinio professionale. La tragedia è avvenuta poco prima delle 10 quando è stata colpita da una mucca nel piccolo allevamento di bovini all'interno dell'agrigelateria "Corte Vittoria" di Custoza, nel Veronese. La giovane è scivolata dopo un brusco e improvviso movimento del bovino: Santoli è rimasta schiacciata tra la ringhiera e il box della stellaha riportato un trauma cranico e un trauma toracico. I soccorritori del Suem arrivati in elicottero non hanno potuto far altro che constatare il decesso della giovane veterinaria. 

 

Tante le parole di cordoglio per la famiglia della giovane veterinaria ma quelle della vicesindaca di Rovereto sono particolarmente toccanti vista anche la sua stretta conoscenza con il padre, Giuseppe Santoli, dirigente dell'Istituto Fontana di Rovereto. ''Un Preside di scuola è un educatore - conclude nel suo intervento - il suo sguardo è rivolto alla costruzione del domani, consolidando la formazione dell’oggi, egli tocca con mano gli umori, le fragilità dei tanti giovani nel loro percorso di vita e Giuseppe Santoli ha visto e formato tanti ragazzi con la passione, l’umanità e la fermezza che serve avere per fare questa professione così importante. Sono certa e spero che la nostra grande e generosa comunità scolastica e non solo si stringerà attorno al dolore della famiglia per condividere questa sofferenza, che solo lo spirito e il conforto della fede, forse, in parte potranno lenire''.

 

Qui il testo integrale dell'intervento

 

Il tragico incidente che ha coinvolto Chiara Santoli, giovane veterinaria, che con determinazione stava costruendo il suo percorso professionale, ha sconvolto la comunità roveretana. Il destino alle volte riserva accadimenti incomprensibili per nulla facili da accettare quando ad interrompersi così bruscamente è proprio la vita di una giovane che con convinzione, entusiasmo e sacrificio si affacciava a percorrere quella strada tortuosa e non scevra di difficoltà ed ostacoli che ti fa diventare adulta.

 

Per le giovani generazioni non è un momento semplice i modelli che la società ci trasmette sono alle volte ingannevoli e particolarmente attrattivi ma il raggiungimento degli obiettivi, la presa di coscienza dei propri talenti è un percorso da scoprire che necessita di pazienza, fatica, determinazione, sacrificio e anche di consapevolezza del saper perdere per poi rialzarsi e proseguire. La vita è un grande dono, non è un percorso ordinato e porta alla scoperta di sé stessi con tempi di maturazione spesso diversi.

 

Ecco Chiara era una ragazza che quel percorso l’aveva costruito, maturato, passo dopo passo alla ricerca di un sogno, come ben ha ricordato il suo papà Giuseppe Santoli, dirigente dell’Istituto Fontana di Rovereto. Studi liceali, un percorso universitario impegnativo, la passione per la natura e gli animali, la determinazione di un indirizzo professionale dedicato, un modello da seguire un esempio per i molti coetanei di cosa significhi con pazienza e determinazione costruire un percorso di vita, il proprio posto dentro una comunità. Non conoscevo Chiara direttamente ma conosco molto bene il suo papà che spesso di lei parlava come sono soliti fare i genitori che si confrontano sui propri figli e l’orgoglio traspariva come anche la felicità di sapere che Chiara aveva trovato la sua strada.

 

Questo è un momento straordinariamente difficile, i genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai figli e trovare le parole per esternare lo sgomento è quasi impossibile, voglio però trasmettere la mia più sincera vicinanza alla famiglia, alla mamma, alla sorella Giulia, al papà Giuseppe, con il quale ho condiviso comuni esperienze di partecipazione politica ed istituzionale nei tanti progetti che riguardano il mondo della scuola e della nostra comunità.

 

Un Preside di scuola è un educatore, il suo sguardo è rivolto alla costruzione del domani, consolidando la formazione dell’oggi, egli tocca con mano gli umori, le fragilità dei tanti giovani nel loro percorso di vita e Giuseppe Santoli ha visto e formato tanti ragazzi con la passione, l’umanità e la fermezza che serve avere per fare questa professione così importante. Sono certa e spero che la nostra grande e generosa comunità scolastica e non solo si stringerà attorno al dolore della famiglia per condividere questa sofferenza, che solo lo spirito e il conforto della fede, forse, in parte potranno lenire.

Le mie più sincere condoglianze.

Giulia Robol

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