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Il deposito delle casseforti della Mala del Brenta trovato in un canale? Arrugginite e forzate con la fiamma ossidrica erano vicine a dove si sbarazzavano delle auto

Non lontano da quel canale sono state trovate alcune delle macchine usate dalla banda in qualche caso anche con fori di proiettile. Il comune di Vigonovo ha provveduto a ripescarle martedì e ora le ha affidate alle forze dell'ordine

Pubblicato il - 29 September 2022 - 16:38

VIGONOVO. Il ritrovamento risale a una mesata fa ma nelle ultime ore si sta affermando sempre di più la pista che quelle casseforti fossero proprio quelle rubate dalla Mala del Brenta di Felice Maniero. Il 21 agosto erano state ritrovate quattro vecchie casseforti, corrose dall'acqua e dalla ruggine, sul fondo in secca dell'idrovia (mai completata) Padova-Venezia, nel territorio di Vigonovo.

 

Subito si è pensato ai forzieri di cui si era disfatta dopo le rapine la banda che ha imperversato dalla mare alle Alpi nella zona tra Veneto e Trentino e che in una zona poco lontana da quella del ritrovamento, sul Brenta, faceva sparire anche le auto usate per i raid criminali; vetture alcune delle quali erano state ripescate con le carrozzerie crivellate di colpi d'arma da fuoco.

 

Visto lo stato di incrostazione delle casseforti e ai chiari segni di fiamma ossidrica servita per forzarle si è subito pensato risalissero ad almeno una trentina di anni fa proprio agli anni della Mala. La scoperta degli armadi blindati era stata resa possibile dalla siccità, che ha scoperto parte del fondo dell'idrovia. A segnalarle è stato un pescatore della zona. 

 

Ma il Gazzettino riporta l'intervista a una persona di 70 anni che abita da sempre in zona che ricorda come sarebbero state almeno una decina le casseforti rubate, sventrate e poi gettate nel corso degli anni in quel canale. E che fine hanno fatto quelle che non ci sono più? Per il testimone sarebbero state rimosse nel tempo con delle piccole gru da persone che cercavano di recuperarne il ferro. Nel frattempo martedì il Comune di Vigonovo ha provveduto a rimuovere anche le quattro, più grosse, rimaste.

 

Una volta riportate a ''terra'' sono state affidate alle forze dell'ordine che le esamineranno per tentare, quantomeno, di risalire ai chi erano i proprietari.  

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