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In un albergo 23 lavoratori irregolari, coinvolta una società trentina: l'indagine della Finanza per somministrazione fraudolenta di manodopera
L'operazione partita dalla Guardia di Finanza di Ravenna che ha portato a galla un sistema fraudolento basato su artificiosi rapporti giuridici tra diverse società finalizzato a dissimulare l’effettiva gestione di un albergo e ad abbattere illecitamente il costo della manodopera impiegata

TRENTO. Somministrazione fraudolenta di manodopera, lavoro nero e mancati riposi settimanali. C'è anche una società con sede a Trento nell'intricata catena di rapporti portata a galla da un'inchiesta fatta dalla Guardia di Finanza di Ravenna e che ha accertato un sistema fraudolento basato su artificiosi rapporti giuridici tra diverse società finalizzato a dissimulare l’effettiva gestione di un albergo e ad abbattere illecitamente il costo della manodopera impiegata.
L'INDAGINE
Dalle verifiche approfondite portate avanti dalla Guardia di Finanza è emerso che una società della provincia di Rimini, dichiarata inattiva e priva di dipendenti, in realtà, in forza di un contratto di affitto d’azienda, aveva formalmente acquisito la gestione di un albergo sulla costiera ravennate, anche se la struttura veniva di fatto condotta da altra società con sede propria nella provincia di Trento, che, a sua volta, impiegava personale somministrato e/o distaccato illecitamente da ulteriori società con sede legale in Milano e Potenza.
Una catena di rapporti contrattuali sospetta che ha indotto i finanzieri e gli ispettori del lavoro a verificare attentamente le operazioni commerciali tra le 4 imprese coinvolte con particolare riferimento alla posizione dei 23 lavoratori che, in periodi diversi, si sono alternati all’interno dell’albergo, risultati poi tutti irregolari e alcuni pagati in contanti, in violazione della normativa sulla tracciabilità dei pagamenti stipendiali.
Dall’attività ispettiva è infatti emerso che alcuni dipendenti erano privi di regolare contratto di lavoro, mentre altri erano stati assunti direttamente dall’utilizzatrice, ma risultavano in carico formalmente ad un'altra società somministratrice, al solo fine di retribuirli con stipendi inferiori ai minimi contrattuali dovuti in base alle mansioni effettivamente svolte. Infine numerosi sono risultati i riposi settimanali non goduti.
Lo schema artificioso, individuato dagli ispettori e dai finanzieri, e messo in atto, in concorso tra loro, dai legali rappresentanti delle quattro società, prevedeva che a fine stagione la prima società riprendesse la gestione diretta dell’hotel, continuando comunque a servirsi di dipendenti in carico ad una società terza, utilizzati grazie a distacchi risultati anch’essi irregolari.
All’esito degli accertamenti, sono stati denunciati i legali rappresentanti di tutte le società partecipanti al disegno criminoso, con l’accusa di somministrazione fraudolenta di lavoro, mentre, sul piano amministrativo, sono state comminate alle società sanzioni per un totale di circa 50 mila euro, oltre al recupero dell’evasione contributiva, stimata in 60 mila euro.