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Lucia Coppola contraria all'arrivo sul Bondone del Giro d'Italia: ''Le Viote zona delicata dal punto di vista ambientale. Spostatelo a Vason''
La rappresentante dei Verdi in consiglio provinciale ha depositato un'interrogazione per chiedere al presidente se non condivida anche lui la sua ''opinione sulla delicatezza e fragilità ambientale dell’area delle Viote''. Il Bondone è stato sei volte arrivo di tappa per il Giro d'Italia e anche nel 2020 la carovana rosa è passata per Viote

TRENTO. I Verdi in consiglio provinciale dicono ''no'' anche al Giro d'Italia e chiedono che la tappa con arrivo sul Monte Bondone termini a Vason e non alle Viote perché quest'ultima, scrive Lucia Coppola in una sua interrogazione, è una ''zona delicata dal punto di vista ambientale''.
Una zona che in passato, in realtà, è stata già arrivo di tappa per imprese storiche del ciclismo e anche nel 2020 la corsa rosa vi è transitata nella diciassettesima tappa Bassano del Grappa - Madonna di Campiglio. E d'altronde il Bondone è arrivo di tappa per la sesta volta nella storia della corsa rosa. Si va dall’indimenticabile 1956, quando vinse Charly Gaul sotto la neve, all'edizione del 1957 con Miguel Poblet, da quella del 1978 con Wladimiro Panizza ad alzare le braccia al cielo, passando per il 1992 (vittoria di Giorgio Furlan) e una delle più famose, quella del 2006, quando vinse Ivan Basso davanti a Gilberto Simoni.
E ieri è stato presentato il sesto arrivo sulla montagna di Trento nell'ambito del percorso della 106ª edizione del Giro d’Italia che partirà il 6 maggio 2023 in Abruzzo e dopo 21 tappe terminerà il 28 maggio a Roma. Tutto il Trentino ha festeggiato la notizia che ci saranno ben due tappe che attraverseranno la provincia: nella sedicesima vi sarà il tratto Sabbio Chiese – Monte Bondone e nella diciassettesima Pergine Valsugana – Caorle.
''Sicuramente un evento di grande valenza mediatica e turistica - spiega Coppola nella sua interrogazione rivolta alla Giunta - che richiamerà molti appassionati sportivi. Se il passaggio del Giro sul Monte Bondone può essere certamente un modo per far conoscere meglio la montagna della città, tanto amata dagli abitanti di Trento e non solo, molti dubbi ho sulla scelta dell’arrivo della tappa previsto alle Viote a m. 1570. Un’area di grande valenza naturalistica caratterizzata da un ecosistema fragile e delicato. Una zona umida e complessa dove vivono anfibi, coleotteri, tritoni, volpi, ungulati, urogalli. Le sue praterie producono fienagione utilizzata anche a livello curativo. Le Viote sono insomma una riserva naturale che per la sua originalità, bellezza e ricchezza di opportunità basta a se stessa. Un ecosistema che si sostiene e che regala in tutte le stagioni un ventaglio di opportunità e meraviglie incomparabili agli umani rispettosi e amanti della montagna non sfruttata e non abusata''.
''Temo - prosegue la consigliera dei Verdi - che fare arrivare il Giro alle Viote potrebbe essere dannoso. Pensiamo alla massa dei turisti, alle tante macchine e camper. I prati potrebbero essere trasformati in parcheggi, per non parlare del rumore e dell’impatto dovuto all’installazione di strutture per l’arrivo e per la stampa. Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia per sapere se non condivida la mia opinione sulla delicatezza e fragilità ambientale dell’area delle Viote e intenda interloquire con il Comune di Trento e l’organizzazione per spostare l’arrivo della tappa sul Monte Bondone, ad esempio a Vason zona già antropizzata e quindi meno problematica dal punto di vista ambientale''.