Trento, stop dei bar alle 22? Locali e studenti bocciano la proposta. Il sindaco: ''Impraticabile, serve un'area per il divertimento. Destra Adige ipotesi giusta''
“Ci deve essere un bilanciamento degli interessi, difficile proseguire con qualsiasi proposta che non tenga conto di questo" spiegano i rappresentanti degli studenti. “Non possiamo puntare il dito solo ed unicamente contro i locali" spiega Walter Botto mentre Massimiliano Peterlana afferma: "Chiusura alle 22? Stiamo partendo con le serate primaverili e poi c'è l'estate non possiamo ragionare in questi termini”

TRENTO. Chiusura dei locali alle 22? Non se ne parla. Lo dicono le categorie economiche, lo dicono gli studenti e lo dice anche il sindaco Franco Ianeselli. La proposta fatta dal comitato antidegrado di Trento (Qui l'articolo) non sembra piacere a nessuno. Il motivo? Semplicemente perché non tiene conto dell'equilibrio necessario tra le varie esigenze che sono quelle di poter riposare da parte dei cittadini, di poter lavorare da parte dei locali e di poter avere una vita anche serale da parte degli studenti e più in generale i giovani trentini.
La proposta fatta dal comitato sarà presentata giovedì alla prima riunione dell'organo di monitoraggio comunale e anche da quella partirà la discussione tra amministrazione comunale, residenti, mondo studentesco e rappresenti dei locali.
La richiesta, come anticipato nei giorni scorsi, è quella di disporre la chiusura dei pubblici esercizi dalle 22 alle 6 da domenica a giovedì e dalle 23 alle 6 il venerdì, il sabato e nei giorni prefestivi. Numerose famiglie, ha spiegato in una nota il comitato “Ormai da 5 anni – spiegano - e in modo crescente negli ultimi mesi, vedono calpestato il loro primario diritto al riposo notturno a causa dei comportamenti irrispettosi e incivili posti in atto soprattutto dai clienti dei pubblici esercizi aperti fino a tardissima ora”.
LE CATEGORIE ECONOMICHE
“L'organo di monitoraggio non può decidere queste cose. Il suo compito, come si evince dal nome, è quello di monitorare la situazione e comunque non siamo d'accordo su queste ipotesi di chiusure a spot obbligate” spiega Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti.
“Nel corso della prossima riunione – ha spiegato – verrà fatto un ragionamento tutti assieme per capire cosa va cosa non va. Dal mio punto di vista, ripeto, non sono d'accordo sulla proposta del comitato. Il primo passaggio che bisogna fare è quello di capire i dati che ha la polizia municipale”.
Detto questo, però, per Peterlana, la chiusura serale dei locali alle 22 è da scartare. “Stiamo partendo con le serate primaverili e poi c'è l'estate non possiamo ragionare in questi termini”.
Sulla stessa linea anche Walter Botto dell'Unione Commercio. “Noi abbiamo a cuore la convivenza e lo abbiamo dimostrato più volte ma non possiamo punire tutti con una chiusura alle 22”.
Per Botto se in passato alcune dinamiche si sono lasciate passare ora è arrivato il momento di far rispettare le regole. “Non possiamo puntare il dito solo ed unicamente contro i locali. Lavorare, soprattutto nelle ore serali, non è semplice e la clientela è ben diversa da quella che si trova di giorno” spiega Botto. “Da un lato tutti noi dobbiamo rispettare le regole che ci sono. Nessuno vuole rischiare di chiudere. Dall'altro, però, devono essere applicati i controlli e non pensare che si possano fare come avvenivano vent'anni fa”.
IL SINDACO
“La chiusura generalizzata di tutti i bar mi pare impraticabile” sono le parole usate dal sindaco di Trento, Franco Ianeselli in merito alla proposta del Comitato antidegrado. “Qui non ci sono i buoni e i cattivi – ha spiegato - ci sono quelli che vogliono socialità notturna, quelli che fanno impresa e vogliono lavorare e quelli che hanno il sacrosanto diritto di riposare”.
Ad oggi, spiega Ianeselli, il regolamento sulla convivenza, offre la possibilità di limitare le apertura nelle singole situazioni problematiche.
“La città vive di equilibri – ha continuato il sindaco – occorre pensare ad una zona di divertimento serale senza residenti troppo vicini. Mi rendo conto che per chi vuole riposare il problema c'è tutto ma se guardiamo la città tra qualche anno dobbiamo pensare a questo. La destra Adige mi pare possa essere la zona giusta. Questa estate ci saranno eventi alle Albere, in piazza Dante e in altre zone per cercare di avere occasioni di divertimento senza disturbare i residenti”.
GLI STUDENTI
“Ci deve essere un bilanciamento degli interessi che ci sono in campo che riguardano il diritto di riposare, il diritto degli esercenti di lavorare e il diritto degli studenti di vivere alla sera” spiega a ilDolomiti, Edoardo Giudici, presidente del Consiglio degli studenti universitari e rappresentante di UNITiN . Lui, assieme a Edoardo Signori, sempre di UNITiN e presidente della consulta comunale di Trento, saranno i rappresentanti che giovedì porteranno le posizioni degli studenti al tavolo comunale.
“Qualunque decisione – spiega Giudici – che non tiene conto di tutti gli interessi in gioco cercando un equilibrio non può essere perseguita. Giovedì sarà l'occasione per confrontarci con la cittadinanza in modo sereno, franco e produttivo”.
L'obiettivo è quello di arrivare alla cosiddetta “movida diffusa” e proprio per questo gli studenti stanno lavorando con la consigliera comunale e sindaca della notte, Giulia Casonato. “Già per fine maggio – ha spiegato ancora Giudici – partiranno gli eventi serali in piazza Dante per rendere più vivibile la zona e evitare gli accentramenti nelle solite zone del centro storico”.
A definire una “follia” chiudere tutti i locali alle 22 è anche Federico Amalfa, coordinatore di Udu. “”Ci sono tantissimi esercenti che lavorano soprattutto nell'orario serale. Chiudere alle 22 farebbe anche perdere certamente appeal alla stessa città”.