L'auto che ha ucciso il piccolo Mattia, papà Marco e nonna Maria non aveva guasti. La mamma e il fratello sopravvissuti: ''I veri condannati restano i familiari delle vittime''
Un ringraziamento alla Procura ma anche un monito, forte, alla Giustizia affinché le pene siano adeguate. I familiari sopravvissuti alla strage di Santo Stefano di Cadore hanno accolto con favore le conclusioni della consulenza tecnica cinematica sull’incidente ma lanciano un appello affinché ci siano più certezze sulle pene in casi come questo

CADORE. ''Ringraziamo sempre la Procura per la grande umanità ed attenzione che dall'inizio di questo dramma ad oggi ha sempre prestato e confidiamo nelle indagini e nella giustizia pur sapendo che di omicidio colposo sempre si tratta. Anche nei sinistri stradali ci vorrebbero certezza della pena e, soprattutto, pene più severe. Non è tollerabile che la nostra giustizia oggi interpreti gli omicidi stradali come reati da punire “così poco”, lasciando i congiunti delle vittime con quel senso d’ingiustizia che nessun risarcimento assicurativo potrà mai compensare''. Questo il commento dei familiari del piccolo Mattia Antoniello, del papà Marco e della nonna materna Maria Grazia Zuin falciati dall'auto guidata da Angelika Hutter in una tranquilla giornata di vacanza di luglio.
Una tragedia terribile che ha visto una famiglia distrutta con tre vite portate via in un lampo e che oggi vive le fase processuali di questa triste vicenda. Oggi è emersa la notizia che la perizia ha accertato che l'auto guidata dalla donna di 33 anni che lo scorso 6 luglio è stata protagonista di questa strage lungo la strada di Santo Stefano di Cadore, non aveva alcun guasto. Il consulente tecnico incaricato dal Sostituto Procuratore, l’ingegner Andrea Calzavara, ha infatti escluso in via assoluta la circostanza, che l’indagata aveva addotto dal carcere della Giudecca dove si trova attualmente agli arresti, evidentemente per sottrarsi alle sue enormi responsabilità, che la sua fatale uscita di strada e invasione del marciapiede fosse dovuta a un possibile guasto tecnico della vettura, laddove invece la causa principale della tragedia e delle sue proporzioni è chiaramente legata alla velocità tenuta dalla Hutter, che andava quasi al doppio del limite vigente in quel tratto di strada, di 50 km/h, com’è stato già ampiamente comprovato.
I familiari delle vittime della “strage” hanno accolto con favore le conclusioni della consulenza tecnica cinematica sull’incidente che ha scosso l’intero Paese disposta dal Pubblico Ministero della Procura di Belluno, Simone Marcon, il titolare del procedimento penale per triplice omicidio stradale. “Le famiglie Potente ed Antoniello ringraziano sempre la Procura per la grande umanità ed attenzione che dall'inizio di questo dramma ad oggi ha sempre prestato – commentano Elena Potente, che in un solo colpo ha perso il figlioletto, il compagno e la mamma, e Rocco Antoniello, fratello di Marco - e confidano nelle indagini e nella giustizia, pur sapendo che di omicidio colposo sempre si tratta”.
E al riguardo Elena e Rocco lanciano un forte ed accorato appello alle istituzioni, non solo per le loro famiglie ma anche per tutte quelle, purtroppo tantissime, che hanno subìto tragedie analoghe. “Anche nei sinistri stradali ci vorrebbero certezza della pena e, soprattutto, pene più severe. Non è tollerabile che la nostra giustizia oggi interpreti gli omicidi stradali come reati da punire “così poco”, lasciando i congiunti delle vittime con quel senso d’ingiustizia che nessun risarcimento assicurativo potrà mai compensare. Migliaia di famiglie piangono ogni anno in Italia un proprio caro, per l'attimo “sbagliato” di qualcuno, per una disattenzione, per la bravata di un momento, e i veri condannati sono i familiari delle vittime, che ogni giorno vivono con un vuoto incolmabile, e non chi, alla fine, prende il più delle volte una pena sospesa con condizionale”.
“Adesso attendiamo il deposito della perizia per poterla valutare attentamente con il perito che abbiamo indicato e per procedere ai nostri accertamenti: abbiamo già preso contatti con la compagnia assicurativa del veicolo per chiudere il prima possibile ogni aspetto risarcitorio per i nostri assistiti, fermo restando che poi il principale obiettivo sarà quello che vengano date loro risposte anche sul piano penale” conclude Riccardo Vizzi, Area Manager Veneto di Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui si sono affidati tutti i familiari delle vittime unitamente all’avvocato Alberto Berardi del Foro di Padova. Studio3A ha già messo a disposizione per le operazioni peritali l’ingegner Mario Piacenti.