Prezzi in aumento del 16,9% nel triennio, in Trentino è allarme: ''Stanno pagando lavoratrici e lavoratori". I sindacati contro la Pat: "Faccia la propria parte"
Dall’ultima analisi Istat le previsioni sull’aumento dell’inflazione, depurati dai costi dei beni energetici importati, (indice Ipca) è in crescita del 6,6% sul 2022, crescerà di un ulteriore 6,6% nel 2023 per attestarsi ad una crescita del 2,9% nel 2024. "Tenere fermi i contratti è vergognoso e inaccettabile” affermano i sindacati

TRENTO. “Fino a questo momento a pagare sono state le lavoratrici e i lavoratori, ma questa situazione non può durare visto che si è determinata in Italia e in Trentino una vera e propria emergenza salariale”. Sono parole di allarme quelle lanciare in queste ore dai sindacati del Trentino in merito al continuo rialzo dei prezzi arrivati ad un +16,9%. Una corsa che non sembra fermarsi e che, spiegano i sindacati, non è legata strettamente all'aumento dei costi energetici.
“La crescita dei prezzi non è destinata ad esaurirsi nel breve termine” spiegano in una nota Cgil, Cisl e Uil. Dall’ultima analisi Istat le previsioni sull’aumento dell’inflazione, depurate dai costi dei beni energetici importati, (indice Ipca) è in crescita del 6,6% sul 2022, crescerà di un ulteriore 6,6% nel 2023 per attestarsi ad una crescita del 2,9% nel 2024.
Segue che i prezzi subiscono nel triennio un aumento reale del 16,9% (dato composto). E’ questo tra l'altro il parametro, fissato dalle regole della contrattazione nazionale, i valori economici dei rinnovi e quindi gli adeguamenti delle buste paga. “Il dato Istat dimostra che la componente dei costi energetici non è il fattore che determina l’aumento dei prezzi – chiariscono i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Quello è stato l’elemento che ha accesso la miccia, ma il fuoco dell’inflazione oggi è alimentato dall’aumento generalizzato dell'inflazione di fondo”.
Cgil, Cisl e Uil chiedono subito i rinnovi dei contratti scaduti e aumenti in busta paga commisurati al reale costo delle vita. “Non è la crescita dei salari che ha determinato l’aumento dei prezzi visto che in Italia il potere d’acquisto è fermo da trent’anni. Oggi che l’economia italiana continua a crescere soprattutto in specifici settori, come il turismo, i servizi e il commercio, tenere fermi i contratti è vergognoso e inaccettabile”.
Una riflessione che è monito anche per Piazza Dante che deve affrontare il rinnovo dei contratti delle Autonomie locali, della scuola e della sanità. “Ci aspettiamo che nell'ormai prossimo assestamento di bilancio la Giunta Fugatti stanzi risorse adeguate per coprire il costo della vita che grava in maniera particolare su chi ha redditi fissi, come i lavoratori di scuola, sanità e pubblica amministrazione in generale. Non si può continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto. La Giunta ne prenda atto e stanzi risorse sufficienti”.
E sull’emergenza salari Cgil Cisl Uil guardano con attenzione alla piattaforma unitaria altoatesina che ha visto scendere in piazza nei giorni scorsi moltissime lavoratrici e molti lavoratori per chiedere un contratto integrativo provinciale che copra tutti i settori con un aumento di 150 euro. “E’ una proposta coraggiosa che abbiamo sostenuto partecipando alla manifestazione di piazza Magnago. Siamo quindi pienamente solidali con i sindacati sudtirolesi e crediamo che una piattaforma territoriale vada messa in campo anche in Trentino per dare una risposta concreta all’emergenza salari”.
Questione che per i sindacati trentini chiama in ballo anche il fronte delle politiche pubbliche di sostegno al reddito. “Continuiamo a chiedere che la Provincia faccia la propria parte adeguando le misure di welfare all’inflazione. Le risorse ci sono visto che sulle famiglie Piazza Dante ha fatto risparmi significativi, come dimostrano le cifre non spese anche sul bonus energia. Ci aspettiamo che l’assestamento di luglio vada in questa direzione”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.