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Altra protesta davanti al Comune: "Dormiamo in strada da quattro mesi, non ci incontrano e siamo abbandonati"

Queste persone provengono da Pakistan, Nigeria e Bangladesh. Una manifestazione pacifica per rimarcare i temi di due settimane fa: "Stiamo facendo le pratiche per la richiesta di asilo politico ma nei dormitori la disponibilità è di un solo mese all'anno"

Di Giuseppe Fin e Luca Andreazza - 22 settembre 2017 - 12:38

TRENTO. Dopo due settimane i quindi ragazzi provenienti da Pakistan, Nigeria e Bangladesh si ripresentano in via Belenzani. Un'altra protesta pacifica e ordinata, senza grida e senza slogan per chiedere un incontro alla politica e trovare una soluzione. I temi sul tavolo sono sempre quelli veicolati dal volantino: dormono fuori nei parchi, i dormitori non garantiscono ospitalità per più di un mese, che rischiano di non vedersi accettate le richieste di asilo politico.

 

“Dormiamo per strada da quattro mesi e due settimane fa siamo venuti qui per chiedere aiuto - dicono - ma nessuno ci ha ascoltati. Hanno detto che ci avrebbero richiamato, ma ancora nessuno si interessa a noi. Questa è una situazione frustrante e difficile. Siamo qui pacificamente, ma la prossima volta saremo più incisivi".

 

"Stiamo facendo le pratiche per la richiesta di asilo politico - aggiungono - ma per fare la richiesta è necessario avere una dichiarazione di ospitalità”

 

“I dormitori – continuano - non accolgono per più di un mese all'anno, è la nuova regola. Ora dormiamo fuori”. Spiegano che questo impedisce all'iter della richiesta di andare avanti. “La nostra situazione è bloccata, se non formalizziamo la domanda non possiamo accedere ai centri di prima accoglienza”. E ripetono, “siamo in estrema difficoltà”.

 

"Non abbiamo soldi e siamo costretti a dormire nei parchi", spiegano. Sono in Italia da quattro mesi: "Siamo senza permesso di soggiorno, senza documenti e stiamo facendo le pratiche per la richiesta di asilo". Dicono di non avere di che mangiare, di non potersi lavare e nemmeno la possibilità di accedere ai dormitori.

 

La situazione che descrivono corrisponde al vero. La domanda formulata alla questura prevede che il richiedente debba essere ospitato da qualcuno, una struttura, un privato. Senza un letto in cui dormire la domanda di asilo politico non si può fare. Un cane che si morde la coda.

 

Infatti questi stranieri dormono nel parco Santa Chiara, sotto il palco montato per i concerti e gli spettacoli di teatro. Sui fili della struttura stendono i panni che lavano alla fontana, magliette e mutande per il cambio. 

 

Queste persone risultano 'fuori quota': in Trentino ci sono arrivate senza passare per il sistema di accoglienza nazionale, non sono state inviate direttamente dal ministero dell'Interno. Quindi non possono entrare nelle strutture del Cinformi in forma automatica.

 

Dormono fuori, questo è il punto. Per un problema burocratico. I dormitori da qualche tempo hanno iniziato una politica che scoraggia i senza dimora a utilizzare il servizio:  soltanto un mese all'anno, solo 30 giorni su 365. Gli altri giorni si dorme fuori.

 

Una politica voluta per scoraggiare i 'turisti dei dormitori', quelli che secondo i Servizi sociali di Comune e Provincia si trasferirebbero in Trento per usufruire dell'accoglienza. "Ma questo non è vero, non c'è questo fenomeno. Per eliminare le code al dormitorio si è ridotta l'ospitalità - avevano spiegato a Il Dolomiti alcuni volontari - e le persone che dormono in strada sono aumentate di molto".

 

L'amministrazione comunale fa sapere che per la prossima settimana è previsto un incontro, anche con la Provincia, per cercare di trovare una soluzione che non può passare però per Cinformi. 

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