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Chiude il Café de la Paix, Itea valuta nuove proposte. Ma il Forum per la Pace: "Noi ci stiamo solo a certe condizioni"
Era nell'aria da mesi, ora è ufficiale. Aperto nel 2012 attraverso un protocollo che impegnava l'Itea (proprietaria dei locali) e Forum Trentino per la Pace (promotore dell'iniziativa), ha visto il succedersi di due diverse gestioni

TRENTO. Era nell'aria da mesi, ora è ufficiale: il Café del la Paix chiude definitivamente. Aperto nel 2012 attraverso un protocollo che impegnava l'Itea (proprietaria dei locali) e Forum Trentino per la Pace (promotore dell'iniziativa), ha visto il succedersi di due diverse gestioni: la prima con Francesca Quadrelli e la seconda con Luca Buonocunto.
"Ci sono già stati incontri con la proprietà e con l'assessore comunale Roberto Stanchina per capire se e come andare avanti - ammette Massimiliano Pilati, presidente del Forum - ma il Forum ci sta solo a certe condizioni, non siamo la Confesercenti che deve preoccuparsi di affitti e condizioni economiche".
L'apporto culturale e sociale, la promozione delle tematiche umanitarie sono fondamentali per l'istituzione rappresentata da Pilati, imprescindibili. "In questi ultimi tempi le iniziative del Forum al Café de la Paix si sono ridotte di molto - afferma - perché se prevale la questione economica è ovvio che viene meno l'aspetto sociale e culturale".
Il locale era gestito da un'associazione affiliata all'Arci, un circolo che di fatto gode di agevolazioni fiscali, ma questo non ha impedito l'accumularsi di un debito nei confronti dell'Itea sul pagamento del canone di affitto.
La s.p.a. vuole ora il ristoro dei suoi conti ed è propensa a passare la gestione a chiunque si impegni a saldare il debito. Questo a prescindere dal progetto sociale e culturale del nuovo gestore. Ecco chiarita la posizione 'freddina' del presidente del Forum per la Pace.
Se si trattasse di una semplice operazione imprenditoriale, con un'associazione creata ad hoc per la gestione del Café de la Paix, verrebbero meno le basi su cui si è stipulato l'accordo del 2012: nessuna prospettiva culturale, nessuna progettualità. "Bisogna capire cosa vuol fare Itea - taglia corto Pilati - è una società per azioni, può fare legittimamente ciò che vuole".
Su L'Adige di oggi interviene anche Andrea La Malfa, presidente dell'Arci del Trentino. Mette in guardia Itea dal "falsi circoli", attività commerciali vere e proprie travestite da associazioni. E come Massimiliano Pilati mette le mani avanti: "Come Arci non concediamo l'adesione a certe realtà perché vanno rispettate le regole".
Alcune proposte sembra siano già arrivate a Itea, le voci parlano dell'interessa a subentrare di alcuni esponenti di un altro circolo Arci della città, ma sembra sia stata avanzata la proposta anche da parte di un'associazione culturale che nulla ha a che fare con Arci e che in centro storico ha già un locale.
La chiusura definitiva, o comunque l'affidamento degli spazi ad una realtà che non si rapporta con il Forum per la Pace, significherebbe in ogni caso la fine di un percorso. La fine di quel protocollo che avrebbe voluto dare a quell'angolo abbandonato di città un valore non solo ricreativo ma anche sociale e culturale.