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Dal "buttafuori" de "il Gatto e la Volpe" alla maxi operazione antidroga. Arrestate 6 persone e sequestrati 40 chili di cocaina e marijuana
Partiti seguendo i movimenti sospetti un buttafuori del locale di Gardolo i carabinieri sono riusciti a tagliare due canali di rifornimento per Trento e provincia. Tra gli arrestati anche un collaboratore di giustizia. La droga arrivava da Crema e Montichiari

TRENTO. Non poteva che chiamarsi "operazione Pinocchio" quella partita a fine 2016 da "il Gatto e la Volpe" di Trento. Un'operazione, condotta dai carabinieri, che ha permesso di bloccare due canali importanti di rifornimento della droga alla città e alla provincia (le basi di spaccio, infatti, erano concentrate tra Lavis, Trento Nord e Pergine). Un'operazione che ha visto scendere in campo, in totale, 40 pattuglie, 75 carabinieri, le unità cinofile di Laives e il Nucleo Elicotteri con un mezzo AB412 a dare supporto operativo alle forze di terra.
Risultato: sequestrati 38 chili di marijuana, 2 chili di cocaina e 3 chili di sostanza da taglio (per "allungare" la droga); 4 persone trasferite in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 sottoposti all'obbligo di presentazione dalla polizia giudiziaria e 22 persone denunciate per detenzione a fini di spaccio. "Ed è di queste ore la notizia che uno dei due latitanti che stavamo cercando è stato preso dai carabinieri di Crema", spiega il tenente colonnello, comandante del reparto operativo di Trento Giovanni Cuccurullo.
Le operazioni del nucleo investigativo provinciale dei carabinieri si è conclusa all’alba di giovedì con una maxi operazione antidroga su Trento, scaturita da indagini serrate iniziate alla fine del 2016. Tutto è cominciato seguendo gli spostamenti di un buttafuori del night "il Gatto e la Volpe". Mirati controlli hanno consentito agli investigatori di ricostruire con esattezza due canali di approdo della droga in Trentino.Il buttafuori, infatti, di questo locale notturno era chiaro che, oltre alla sua normale professione, intratteneva rapporti con i clienti e con il sommerso mondo trentino dello spaccio e della malavita: di qui l’indagine.
Il gruppo criminale, individuato nella sua completezza, operava a Trento e provincia e soltanto gli specifici accertamenti tecnici di questi mesi da parte del nucleo investigativo del reparto operativo di Trento hanno consentito di tracciare la mappa di approvvigionamento, quindi da dove provenivano gli stupefacenti (marijuana e cocaina): Crema in provincia di Cremona e Montichiari in provincia di Brescia. Da queste due località venivano riforniti i principali soggetti protagonisti dello spaccio locale.

Tra gli arrestati, tra coloro cioè che smistavano i diversi quantitativi di cocaina e hashish su Trento ricevendoli direttamente da tre fornitori albanesi provenienti da Brescia e Crema, anche un collaboratore di giustizia. Egli è stato condotto in carcere con le pesanti accuse che la pmMaria Colpani, che ha seguito ogni fase dell’indagine, ha evidenziato in punto di smercio di stupefacenti. Il Gip La Ganga nell'ordinanza ha ribadito che il collaboratore di giustizia "prosegue in Trentino nella commissione di condotte illecite quali il traffico di cocaina che sono le medesime per le quali è già stato inquisito in passato e non si fa scrupolo di perseguire la propria attività delinquenziale arruolando manovalanza rumena e allacciando contatti con organizzazioni albanesi del nord Italia dedite allo spaccio ingente, nonostante il suo status di collaboratore gli permetta di godere di una posizione economicamente sicura […]". Il tutto, hanno spiegato i carabinieri, nonostante ricevesse lo stipendio dallo Stato in quanto collaboratore.
Durante i numerosissimi servizi di osservazione e pedinamento è stata ricostruita la trama fittissima degli spacci nell’area nord di Trento città e a Lavis. Sono stati identificati e deferiti ben 22 assuntori (tutti anche segnalati al Commissariato del Governo di Trento per gli accertamenti previsti dalla legge) che hanno completato il quadro accusatorio, confermando responsabilità di smercio al dettaglio in capo agli arrestati. Ogni arrestato aveva tra i suoi contatti abituali almeno 20 clienti.
I carabinieri di Crema, nell’ambito di questa operazione, spinti dagli impulsi informativi dell’Arma trentina, hanno sequestrato ben 38 kg di marijuana ad uno dei due albanesi residente a Bagnolo Cremasco, ad oggi latitante assieme all’altro soggetto collegato residente a Montichiari. La fuga precipitosa dei due e i quantitativi di stupefacenti sequestrati dai carabinieri di Crema hanno dato conferma che i canali esatti fossero proprio questi e fossero assolutamente ben rodati e garantiti da un “bacino di ricezione” in provincia di Trento di assoluto rispetto. Uno dei due latitanti, come detto, è stato arrestato oggi dai carabinieri di Crema.
