"E' libero pensiero, non può essere vietato". La sentenza del Tribunale di Roma difende lo slogan 'Il Sudtirolo non è Italia'
Passa in giudicato la sentenza del Tar del Lazio: i manifesti non sono perseguibili penalmente. La Südtiroler Heimatbund vuole inoltre intensificare i rapporti con Roma e Vienna per spingere l'autodeterminazione degli altoatesini. Roland Lang: "Roma Capitale ci deve pagare 1.500 euro"

BOLZANO. "Una pietra miliare per la libertà di opinione: la Südtiroler Heimatbund è risultato vittorioso al Tribunale amministrativo di Roma", queste le parole dell'Obmann Roland Lang. Dopo la prima decisione preliminare del Tar del Lazio alla fine dell'anno scorso, è infatti arrivata la sentenza definitiva: "Questa disposizione - prosegue il numero uno del movimento politico - chiarisce che chi si impegna per il diritto dell'autodeterminazione dei sudtirolesi non può mai essere perseguito penalmente e questo impegno non può neppure essere ostacolato dalle autorità".
La sentenza spiega inoltre che "nel nostro ordinamento non esiste alcuna norma che limiti la libertà di manifestazione del pensiero in merito all'indipendenza ovvero alla autodeterminazione di qualsivoglia articolazione territoriale dello Stato o che comunque vieti la propaganda di idee indipendentiste“, forte di questo passaggio Roland Lang intende quindi promuovere ulteriori azioni: il Tribunale condanna inoltre Roma Capitale a pagare 1.500 euro per le spese di giudizio.
"Ora - continua - prevediamo altre manifestazioni, non legate esclusivamente al manifesto 'Il Sudtirolo non è Italia'. Intendiamo intensificare le azioni e ci muoviamo lungo tre fronti, quelli di Roma e Vienna, senza dimenticare ovviamente perdere di vista la promozione delle nostre istanze in Alto Adige. La sentenza emessa dal Tribunale del Lazio chiarisce espressamente che l’aspirazione all’indipendenza, se avviene nell’ambito delle leggi vigenti, non costituisce reato".
Il presidente Luca Zaia ha lanciato il referendum per l'Autonomia del Veneto, un'iniziativa vista con interesse anche dalla Südtiroler Heimatbund: "Oltre al Veneto - spiega l'Obmann - guardiamo anche alla Scozia, alla Catalogna e verso tutte quelle regioni che si muovono per l'autodeterminazione. Guardando in casa nostra invece, questa sentenza riveste una grande importanza per i movimenti che aspirano alla libertà e all'autodeterminazione presenti in Veneto, in Lombardia, a Trieste e in altre parti d’Italia".
Un sondaggio, commissionato dal movimento politico sudtirolese, evidenzia inoltre che circa il 70% dei concittadini altoatesini vorrebbe il referendum per l'autodeterminazione. Questa percentuale sale ancora se si prospetta agli italiani la possibilità dell'Alto Adige indipendente: il 93% dei cittadini austriaci sarebbero inoltre favorevole a spostare il confine oltre il Brennero.
"Gli italiani - conclude Lang - non sono così nazionalistici, il confine al Brennero non è così sacro come si crede. Il futuro è il federalismo perché la popolazione può controllare meglio le azioni dei politici, mentre sarebbe auspicabile un Europa delle regioni: i territori dovrebbero essere liberi di rapportarsi con altre realtà simili. L'Alto Adige non ha nulla in comune con la Sicilia e per questo sarebbe meglio sviluppare sinergie con altri territori alpini anche transnazionali".