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Oltre 300 persone per ricordare il Tonini
L'iniziativa di Sat e Aquila Basket ha raccolto 4 mila euro, dopo la passeggiata spazio ai cori Abete Rosso e Costalta, agli autografi di Luca Lechthaler e ai ricordi

PINE'. L'ambizione è quella di lavorare a spron battuto tra autorizzazioni e progettazioni per aprire il Tonini nel 2019, le prime stime indicano che la base economica si aggira intorno al milione di euro, ma facilmente sarà necessario stanziare un budget più corposo. E sabato 24 giugno, vigilia della giornata europea del rifugio, la Sat e Aquila Basket, rappresentata dal direttore di Fondazione Aquila Basket Massimo Komaz, sono scese in campo nell'iniziativa 'RicostruiAmo - Il rifugio che non c'è'.

E i trentini non sono mancati per far sentire il proprio affatto al Tonini, un autentico punto di riferimento per il territorio: " I rifugi rappresentano quei presidi di cultura alpina - spiegano Claudio Bassetti e Maria Carla Faila, rispettivamente presidente e vice presidente di Sat - che passa indenne attraverso generazioni, senza disperdere valori e significati. Oltre trecento persone hanno partecipato a questa iniziativa per dare il proprio contributo, la propria presenza, il proprio tempo e la propria testimonianza, raccolta in un libro di pensieri e ricordi".

Dopo la camminata, gli escursionisti si sono lasciati emozionare dal canto dei cori Abete Rosso e Costalta, quindi il centro bianconero e vice-campione d'Italia Luca Lechthaler si è prodigato a lungo per autografare le maglie realizzate per questa occasione da La Sportiva e consegnate dietro un contributo per la ricostruzione del rifugio: "Abbiamo potuto raccogliere - dice il presidente - oltre 4.000 euro per una giornata particolare, piena di famiglie, bambini, canti e solidarierà".

Durante questa giornata tutti i partecipanti hanno potuto osservate come si sia miracolosamente salvato lo stallone, sopra il rifugio e il presidente Bassetti ha illustrato l’impegnativa e instancabile opera dei vigili del fuoco arrivati da tutte le zone limitrofe per costruire una barriera contro il divampare delle fiamme.

Le immagini di quel 28 dicembre (Qui articolo completo) sono ancora forti, il giorno in cui il rifugio Tonini è stato divorato dalle fiamme. Un evento che ha colpito profondamente i gestori Hana e Narciso, che hanno dovuto interrompere la loro apprezzatissima attività di 26 anni.
A quasi sei mesi di distanza emergono i dati sulla dinamica dell'incendio, un incidente sfortunato quello occorso al Tonini: l'edificio, secondo le perizie, ha preso infatti fuoco dal tetto, probabilmente per una favilla sfuggita dalla cucina e salita fino alle scandole del tetto, rese molto secche a causa dell'inverno particolarmente siccitoso. Il forte vento di quel giorno ha poi fatto il resto: i segni dell'incendio sono ancora visibili al limitare dell'abetaia che sovrasta il rifugio.
Il Tonini compie quest’anno 45 anni e venne costruito per iniziativa dell’ingegner Tonini, alpinista e pittore, e della sua famiglia, alla Sat venne chiesto soltanto un supporto per gli arredi interni. Inaugurato il 10 settembre del 1972, venne ristrutturato tra il 2010 e 2011.
I gestori Hana e Narciso non sono potuti essere presenti, ma hanno ringraziato tutti in una lettera:
"Cari amici del Rifugio Tonini,
ci dispiace tanto non poter essere qua con voi oggi, per ricordare i bei momenti passati insieme.
In questo bel posto, sotto il monte Rujoch, dal 1991 abbiamo cominciato a gestire un piccolo rifugio.

Piano piano in 26 anni di lavoro è diventato, anche con le importanti ristrutturazioni effettuate dalla S.A.T., una perla del Lagorai.
La nostra casa era qui, tra le montagne. L'amavamo e l'abbiamo curata.
Questo è un posto incantato, circondato da un'immensa bellezza, la natura è sorprendentemente ricca e la visuale è paradisiaca.
Il rifugio era diventato bellissimo, accessibile a tutti, a metà strada tra la civiltà e la montagna.
Sul rifugio hanno scritto canzoni e poesie, era un posto che rimaneva nel cuore.
Il 28 dicembre, quando è bruciato il Rifugio Tonini, anche un pezzo di noi è rimasto sotto le macerie.
Ringraziamo tutti coloro che ci sono stati vicini nei tanti momenti felici e di allegria, ma anche in quelli tristi e di difficoltà.
Il ricordo delle ore passate insieme rimarrà sempre nel nostro cuore.
Speriamo che in un futuro vicino il Rifugio possa rinascere e splendere ancora più bello di prima.
Vi salutiamo con la speranza di avervi lasciato un bel ricordo".
