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Tullio Ioppi è il nuovo presidente dei Vigili del fuoco Volontari: "Voglio coinvolgere tutti, anche i comandanti"
L'intervista al nuovo presidente che succede alle dimissioni di Alberto Flaim e alla reggenza del vice Roberto Dalmonego. Ha vinto con 170 preferenze, 61 allo sfidante Stefano Sandri che dopo il primo scrutinio che ha diviso l'assemblea ha deciso di far confluire i suoi voti su Ioppi

TRENTO. Il nuovo presidente dei Vigili del Fuoco Volontari del trentino è Tullio Ioppi, 54 anni di Arco, ex comandante del Corpo della sua città natale. L'assemblea che lo ha eletto era composta da 235 vigili, tra comandanti, ispettori e delegati.
Il voto del primo scrutinio è stato quasi un testa a testa tra Tullio Ioppi e Stefano Sandri, 110 a 124 (1 astenuto). Poi l'appello di Sandri di voler concentrare sullo sfidante le sue preferenze: nel voto finale Ioppi ha raggiunto quota 170 mentre a Stefano Sandri, il 53enne ispettore della val di Fiemme, sono andate comunque 61 voti.
Con Ioppi risultano eletti anche i due vice-presidenti Guido Lunelli del Corpo di Pergine Valsugana e Luigi Maturi del Corpo di Pinzolo. Dopo la gestione affidata a Alberto Flaim, dopo le sue dimissioni e la reggenza affidata al vice Roberto Dalmonego, questo è il nuovo assetto che guiderà la Federazione dei Corpi dei Vigili del fuoco Volontari del Trentino.
Presidente, immagino dovrà ringraziare il fair play del suo sfidante.
A Stefano va la mia gratitudine, questo è certo. Il mondo del volontariato, ancora una volta, ha saputo dimostrare grande coesione. Dovevamo dare un segnale di unità e ci siamo riusciti, il gesto di Stefano nei miei confronti gli fa onore.
Ora, a noma del regolamento, le decisioni le prende il Comitato direttivo. Vorrà comunque coinvolgere l'assemblea che l'ha eletta, gli ispettori e i tanti comandanti dei Corpi?
Certo che vorrò coinvolgerli. Andrò a prenderli, l'ho già detto anche durante il giro nei distretti. Andrò a prenderli.
Detta così sembra quasi una minaccia.
(Ride) Ma no, nel senso che voglio coinvolgere tutti perché non credo che il solo Comitato direttivo possa prendere in autonomia tutte le decisioni. Ci sarà bisogno di confrontarsi. E poi non si tratta solo di decisioni ma di guardare anche aventi, di immaginare quello che saremo in futuro.
Il ruolo degli ispettori, quello dei comandanti, saranno rivalutati?
Sì, su questo dovremo intervenire. I comandanti per la prima volta sono stati coinvolti e hanno votato il loro presidente, sarà giusto ascoltare le loro esigenze, confrontarsi sulle aspettative, anche loro conteranno. E lo ribadisco: andrò a prenderli.
Uno dei temi importanti è quello della formazione. Con Flaim si è passati dalla formazione gestita direttamente dai volontari alla Scuola provinciale.
La nuova legge stabilisce che la scuola è unica, senza distinzioni tra permanenti e volontari. E' gestita in maniera egregia e questo bisogna ammetterlo, ed è giusto che sia unica, al di là del colore della divisa.
Ma il nodo della formazione ha fatto spesso emergere qualche malumore, come lo affronterà?
Qualcosa da rivedere c'è, come la questione degli orari. Spesso la formazione si concentra soltanto sul fine settimana per venir incontro alle esigenze lavorative dei nostri volontari, su questo vorremmo intervenire. Si dovrà verificare la possibilità di utilizzare per la formazione, in accordo con i datori di lavoro, anche giornate infrasettimanali.
Il Codice etico. C'è chi ha sollevato dei dubbi sulla possibilità di conflitti di interesse.
Non è buona cosa predisporre delle regole condivise e poi modificarle subito dopo. Ma se ci sono imprecisioni, se è necessario rafforzare alcuni concetti potrà essere migliorato. Dobbiamo essere più severi? Lo scriveremo.
Un Codice serve anche per prevenire, per evitare malefatte.
Posso dire che tra i volontari non c'è nessuno che ci lucra. Poi, se in una grande famiglia di sei mila persone c'è una mela marcia, o c'è stata, non credo sia questo il problema. Quel testo è una buona partenza, vedremo di modificarlo ma credo che se tutti lavorano con lo spirito del volontario, come viene fatto tutti i giorni dai nostri volontari e com'è stato fatto dai nostri padri e dai nostri nonni, non c'è nemmeno bisogno di scrivere un codice etico.
Presidente, una decina di anni fa lei si candidò alle elezioni provinciali con l'attuale consigliere Nereo Giovanazzi. I Vigili del Fuoco volontari devono difendersi dalle ingerenze della politica?
Dalle ingerenze sì, ma dalla politica no. Se fatta bene è un servizio alla comunità, come è un servizio quello dei Vigili del Fuoco. Dobbiamo difenderci se qualcuno facesse strumentalizzazioni, se qualcuno volesse appiccicarci addosso un'etichetta, Sono da evitare ed eventualmente condannare usi distorti della politica, ma con la politica ci si deve confrontare perché le scelte generali sono proprie della politica.
La rete di Corpi che compone la Federazione è variegata anche con differenze organizzative e giuridiche. Alcuni ad esempio pagano i vigili per i sevizi di vigilanza e altri no. Non sarebbe il caso di uniformare queste differenze?
Il fatto che vi siano realtà diverse comporta comportamenti diversi, da affrontare con la massima concretezza. Non si tratta semplicemente di pagare i volontari ma di riconoscere in certi casi che alcuni servizi sono strutturali e impossibili da eseguire senza sottrarre tempo e denaro alla propria occupazione. Ma più che un intervento diretto su questo aspetto sarebbe giusto risolvere un altro problema.
Quale?
Che cosa sono i nostri Corpi? Non sono enti pubblici, non sono associazioni private. Ogni Comune è obbligato a istituirne uno ma non si è mai declinata la sua formula dal punto di vista amministrativo, fiscale e giuridico. Servirebbe un intervento ad hoc, si dovrebbe trovare la formula giusta. Ecco, per questo servirebbe l'apporto della politica, dovrebbe supportarci, aiutarci nel trovare la soluzione migliore.
